venerdì 4 febbraio 2011

Monna Lisa era un maschio

Nel capolavoro di Leonardo da Vinci sarebbe contenuto il suo testamento filosofico




MILANO – Il mistero dell’espressione enigmatica della Gioconda potrebbe essere spiegato da una questione di genere: Monna Lisa forse era un ragazzo e a questo «piccolo» particolare, se fosse confermato, si potrebbe attribuire quell’espressione così insolita per una dama e il suo famoso sorriso sibillino.
LO STUDIO - Nel corso di una conferenza tenutasi mercoledì a Roma Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali e responsabile di una ricerca sulla Gioconda di Leonardo da Vinci, ha svelato ai rappresentanti della stampa estera l'esito dei suoi studi. Secondo i ricercatori del Comitato, Leonardo avrebbe iniziato a dipingere il suo capolavoro ispirandosi alla nobildonna fiorentina Lisa Gherardini, ma l'avrebbe poi sostituita, in corso d'opera, con il suo amante storico Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai.
GLI OCCHI DI MONNA LISA - Vinceti sostiene di avere scoperto tre «stratificazioni accertate» e tre segni «inequivocabili» nel dipinto che lo renderebbero «il testamento filosofico, esoterico, religioso e teologico» di da Vinci, sottolineando come il genio toscano abbia lavorato a lungo, e a più riprese, prima di ultimare la sua opera. Nel corso degli esami portati avanti sulla tela sono state individuate due lettere celate negli occhi della Monna Lisa: una S (Salai) nel sinistro e una L (Lisa) nel destro. La grafia dei due caratteri è stata comparata con scritti di da Vinci ed è risultata compatibile.
IL SALAI - Nel 1490, a dieci anni, Gian Giacomo Caprotti andò a lavorare nella bottega di Leonardo, divenendone in seguito l'allievo prediletto e, si suppone, l'amante. Il giovane, descritto dal suo stesso maestro «ladro, bugiardo, ostinato e ghiotto», accompagnò da Vinci in tutti i suoi viaggi e trasferimenti. Il soprannome Salai deriva dalla parola araba «salah», che fa riferimento a una potenza infernale ed è ripreso dal Morgante di Luigi Pulci, poema comico-cavalleresco composto per la corte dei Medici quando Leonardo si trovava ancora a Firenze. Non esistono dipinti firmati dal Salai, ma gli vengono comunque attribuite diverse opere, tra le quali l'androgina Gioconda Nuda (di proprietà di una collezione privata svizzera), frutto di una pittura a quattro mani con da Vinci, per la realizzazione della quale il giovane posò anche come modello. Il 19 gennaio 1524 Gian Giacomo Caprotti venne ucciso da un colpo di fucile che alcuni attribuiscono a un'imprudenza nel maneggiare l'arma e altri a una rissa.
IL SEGRETO DEL PONTE - Il team di ricercatori italiani (formato da un antropologo, un ordinario di microbiologia, un ex-responsabile del Ris di Parma e uno storico e critico d'arte) ha dato una spiegazione anche per il misterioso numero 72 che compare sotto l'arcata del ponte sullo sfondo che incornicia il viso di Monna Lisa. Nella tradizione cabalistica sono settantadue le lettere che compongono il nome di Dio e sette è il numero che rappresenta la creazione del mondo. Ma 7 e 2 rimandano anche all'Apocalisse di Giovanni nel Nuovo Testamento e, infine, il 2 è sinonimo del dualismo e dell'armonia dei principi maschile e femminile, visione filosofica che Leonardo espresse, secondo le teorie del Comitato, dipingendo la Gioconda. Il ponte invece sarebbe quello di Aburiano, nell'aretino, zona nella quale da Vinci si recò tra il 1502 e il 1503 per studiare, su mandato di Cesare Borgia, la bonifica dell'area.

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