mercoledì 28 agosto 2013

Alchimia della Bellezza: Storia d'Artista



Carissime amiche,
carissimi amici,

dopo la pausa estiva, l'ACM riprende il percorso di Alchimia della Bellezza.
Vogliamo cominciare un ciclo nuovo di eventi artistici, che guardano in profondità al concetto dell'arte e alla relazione che intercorre tra l'artista e la società.

Il 7 settembre è un momento speciale che vogliamo condividere con tutti voi, cari artisti e care artiste, con una riflessione del presidente dell'ACM, Ing. Farid Adly su "Chi è l'artista oggi". 

A tre anni dall'avvio del progetto "Alchimia della Bellezza", ne abbiamo fatta di strada e stiamo costruendo una comunità di artisti e di amanti dell'arte; un'esperienza che sicuramente inciderà nella vita di tutti noi.

Questo primo incontro sarà anche l'occasione per la preparazione di un calendario di conferenze su diversi argomenti culturali legati al mondo delle arti visive. Tutte le proposte operative sono le benvenute. 

L'appuntamento è alla Sala Consiliare di Acquedolci, alle 17.30 precise di Sabato 7 Settembre 2013.

L'appuntamento successivo sarà per l'inaugurazione della nuova Casa delle Culture, ingrandita e attrezzata.

Speriamoo di incontrarvi tutti, per poter intraprendere insieme un percorso, all'insegna dell'amore per il bello, la solidarietà e la condivisione.

Il Direttivo dell'ACM 


Castello di Calatabiano (CT): "Codice Temporale" di Silvio Porzionato



Codice Temporale di Silvio Porzionato è il titolo della mostra a cura del MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) di Catania, accolta, fino al prossimo 6 gennaio 2014, dal suggestivo sito del Castello di Calatabiano.

In rassegna 112 dipinti che narrano l’incedere del tempo mediante volti di personaggi dalle suggestioni tangibili, attingenti al reale, nei quali è possibile riflettersi.

“Durante il mio primo soggiorno in Sicilia, dove mi sono recato per visitare il  museo MacS, ancora in costruzione, sono stato invitato dall’Ing. Sebastiano Di Prima e dal Direttore del MacS, Sig.ra Giuseppina Napoli, al Castello di Calatabiano - dichiara Silvio Porzionato, autore di “Codice Temporale” -. Di fronte allo spettacolo del Castello, ho avvertito il grande fascino di quel luogo depositario di una storia millenaria e testimone delle civiltà del Mediterraneo che lo hanno abitato. Allora ho cominciato a pensare al tempo al modo in cui potevo, fuori dalle logiche scientifiche, filosofiche, storiche, apportare un mio personale contributo con gli strumenti che frequento e che mi sono propri. Il risultato di questo pensiero è  “Codice Temporale”,  una mostra che è un’istallazione pittorica creata per il Castello di Calatabiano e sul Castello di Calatabiano, per raccontare lo scorrere del tempo attraverso i volti dei miei personaggi. Il mio desiderio è quello di riuscire così a fondere il concetto del tempo che ho elaborato con quello che è espresso dal Castello: questo suggestivo Castello lo racconta attraverso le sue pietre, io attraverso le mie opere”.
Silvio Porzionato (Moncalieri,  6 Giugno 1971) è un pittore figurativo che predilige la pittura ad olio ed acrilico su tele di grandi dimensioni, concentrandosi  prevalentemente sull’uso cromatico del bianco e nero e su vari toni di grigio, raccontando in pittura le sue personalissime riflessioni sull’uomo e, inevitabilmente, sul fluire del tempo. Dopo un diploma di maturità artistica, si occupa per un decennio di design per un’importante azienda torinese. Decide poi di ricominciare una nuova vita nel silenzio della terra del Roero (Cn), in intimo contatto con la natura e con l’arte. La sua attività espositiva ha inizio nel 2007, anno in cui è selezionato al “Premio Arte Mondadori”. Nel 2010 vince il premio della critica a “Saluzzo Arte” e realizza un’opera permanente per il Museo d’Arte Urbana di Torino. Prende successivamente parte a numerose  mostre collettive e personali. Nel 2011 è selezionato per la 54. Biennale di Venezia, esponendo sia all’interno del Padiglione regionale che del Padiglione Italia a Torino, Sala Nervi. Recentemente ha scelto di spostarsi nella sua nuova casa-studio a Pancalieri (To), dove dipinge tuttora.

“In linea con la filosofia del MacS che intende perseguire un’unione tra passato e presente, tra antico e contemporaneo, in un dialogo con la storia dell’arte di tutti i tempi, abbiamo scelto di portare la personale “Codice Temporale” di Silvio Porzionato, talentuoso artista piemontese, in un luogo che unisce in sé tempo e memoria e che è il sito perfetto per apprezzare le straordinarie opere di questo artista che restituiscono visivamente il tempo dell’uomo - dichiara Giuseppina Napoli, Direttore del MacS -. Il Castello di Calatabiano è infatti un sito storico tra i più importanti e suggestivi della Sicilia Orientale che, dopo un’imponente opera di restauro e innovazione tecnologica è oggi visitabile e frequentato da 40/50.000 visitatori l’anno che lì ritrovano la storia della civiltà e dei popoli del Mediterraneo. Nelle sale del Castello verrà ospitata la personale “Codice temporale” che è un’istallazione contemporanea-figurativa; si tratta di 112 tele create appositamente dall’artista che è rimasto così colpito e suggestionato da questo luogo millenario, tanto da volerlo “vestire” con una mostra il cui tema è il tempo inteso cronologicamente e percepito dall’uomo nell’unico modo reale, cioè attraverso il suo scorrere fisico, lo scorrere del tempo sull’uomo”.

Il concetto di tempo così come l’arte stessa sono invenzioni e prerogative tutte e solo umane, strettamente legate fra di loro - commenta il Curatore Artistico del MacS, Alberto Agazzani -. È infatti anche per vincere la misteriosa fatalità del tempo ed il vuoto che esso provoca che i nostri antenati inventarono l’arte, ossia un “mezzo” in grado di donare immortalità alla memoria di coloro divorati dall’insaziabile e ineluttabile voracità di Chronos. Il ritratto, dunque, sin dalla sua origine sacra, quel velo della Veronica modello di ogni icona ortodossa, nasce per riempire il vuoto che l’oblio del tempo provoca, tramandando una memoria oltre e attraverso il tempo stesso, così tentando di vincerne il terribile, fatale oblio. Nel Castello di Calatabiano, luogo nel quale millenni di storia trovano forma e sostanza, Silvio Porzionato, ritrattista infallibile e come tale fine psicologo, lancia la nuova, inedita sfida a Chronos attraverso un’installazione composta da oltre cento ritratti, ognuno dedicato ad ogni anno di una ideale vita: una galleria sterminata di “specchi di Chronos” resa ancor più suggestiva dalla severità delle mura millenarie del castello. Significativo e concettualmente centrale risulta la circostanza per la quale i soggetti di questi ritratti appartengono ad una normale e qualunque quotidianità, scelta che trasforma ogni tela in una sorta di ideale specchio attraverso il quale osservare lo scorrere del tempo sul volto e nell’anima di ognuno di noi, cogliendo in maniera vivida, profonda e psicologicamente sottile, come solo la pittura può compiere, quell’inquietudine o serenità fuggente e sfuggente sottesa fra un attimo “che non è più” ed uno “che non è ancora”. Attimi di cosciente consapevolezza che nel loro insieme trasformano ognuno dei nostri volti (e quindi delle nostre vite) in simulacri di storie in costante divenire, uniche ed irripetibili”.



giovedì 22 agosto 2013

Militello Rosmarino (Me): mostra di John Picking

Cari amici,
Vi invito a visitare la piccola mostra RITRATTO DI MILITELLO nella sede della Scocca, Piazza Lodato, Militello Rosmarino,
aperta 22, 23, 24 e 25 agosto dalle 17,00 alle 23,00 ogni giorno.
Ci sono oli, acquerelli ed incisioni di Militello, Alcara li Fusi ed altri soggetti.
Inoltre c'è il dipinto offerto in sorteggio dalla commissione per la Festa di San Biagio.
 
Vi aspetto
cordialmente
John Picking


martedì 13 agosto 2013

Acquedolci (Me): la febbre dei Murales colpisce ancora...




il bozzetto originale ideato e realizzato su carta da Mario Falci

(vedi gli aggiornamenti e la Galleria fotografica in fondo)

3 Agosto 2013:
Sono iniziati i lavori per la realizzazione del nuovo murales nella Via dell'Arte, la salita della Stazione ferroviaria di Acquedolci. L'Architetto Mario Falci e i suoi collaboratori si sono messi al lavoro per pulire il muro di sostegno in pietra e prepararlo ad accogliere i colori di fondali marini, con tartarughe ed altri animali.

La nuova impresa prosegue l'attività, iniziata lo scorso anno, che ha riportato in vita Dino Sauro. Il bozzetto è stato realizzato dallo stesso arch. Falci e tutta l'opera sarà compiuta sotto la sua direzione. Diversi artisti hanno dato la loro disponibilità a collaborare alla bella iniziativa artistica, che valorizza un angolo della città in fase di abbandono e decadenza, a causa della dismissione graduale della Stazione ferroviaria. Appena ci verrà fornito l'elenco completo degli aderenti, volentieri lo pubblicheremo.

Un'opera meritoria per rinnovare quell'impegno giovanile, che aveva spinto lo stesso Mario e il suo compagno Delfo a realizzare il primo murales del 1984. Un cammino all'insegna dell'arte che sicuramente incoraggerà altri a cimentarsi in una gara alla ricerca della bellezza, per rendere la nostra cittadina un centro d'attrazione culturale.

Complimenti e auguri!

Ing. Farid Adly
presidente ACM

Il post è stato segnalato da:
Intorno a Messina


Oggi, 14.08.2013, ho ricevuto dall'architetto Falci l'elenco dei primi aderenti al nuovo progetto di murales:
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Ciao Farid, 
ti ringrazio per l'articolo su Alchimia della Bellezza. Ho avuto oggi la conferma che parteciperanno alla stesura del murales :
Ben Ventura
Francesca Ventura
Adolfo Susio
Giulia Falci
Mario Falci

In particolare con Benedetto stiamo rivedendo la composizione rendendola più articolata e vivace con l'inserimento di altri particolari ed una tartaruga gigante.
Ciao
Mario
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Adesso (25 Settembre 2013) i lavori sono terminati e, quindi, è tempo di mostrare i bei risultati ottenuti, che abbelliscono una zona in fase di avanzato degrado della cittadina di Acquedolci. 
Il ruolo della Cultura è quello di rendere armoniosa la convivenza sociale e l'Arte non si tira indietro. Mario Falci, Ben Ventura e Adolfo Susio, con il fattivo aiuto della giovane Giulia Falci, hanno realizzato un'opera di alto valore artistico e un valido contributo all'affermazione dei concetti di bellezza e di volontariato nella nostra comunità.
Gli autori hanno denominato questo secondo Murales, "Muro Giurassico" e annunciano che lo completeranno la prossima Estate con alcuni particolari.

Se siete di Acquedolci o se siete di passaggio, non mancate di visitare la salita della Stazione Ferroviaria per ammirare il lavoro dei nostri quattro. 
I vostri commenti sono graditi. In fondo c'è lo spazio per scrivere e pubblicare senza filtri. Rassegna fotografica selezionata (tratta da Fb; vedi i link citati)

Foto di Innocenzo Gerbino :


foto di Mario Falci

foto di Ben Ventura





































venerdì 2 agosto 2013

Rocca di Caprileone: Estemporanea collettiva di Homo Faber

Sabato 3 Agosto a Rocca di Caprileone, l'Associazione Homo Faber organizza una Estemporanea collettiva al Parco Urban, nel quadro del concorso canoro "Diventerò una stella".

Ecco cosa scrive l'amico scultore, Nicola Chiaromonte:
"Gioia, felicità, partecipazione ,Questi i sentimenti che ha provato l'associazione Homo Faber con tutti i suoi soci durante i tre giorni del xx° international festival blues città di Capo d'Orlando.
Ma non si ferma qui.
Sabato 3 Agosto nel parco urbano di Rocca di Caprileone si svolgerà il concorso canoro nazionale "Diventerò una stella".L'associazione Homo Faber parteciperà e contribuirà alla riuscita della manifestazione con una interessante collettiva d'arte di artisti nebroidei e non solo , nonchè con una esposizione di artigianato creativo .In oltre è previsto una estemporanea collettiva di pittura eseguita su un unico pannello
di m.3.00 x 1.20 , la collettiva interagirà durante il proprio svolgimento col concorso canoro tramite brevi testimonianze. La presenza della t.v. nazionale testimonierà in diretta l'evento".



Addio Basile re del restauro. Aveva restituito al mondo gli affreschi di Assisi

di Vittorio Emiliani

Con Giuseppe Basile, per tutti, nell'ambiente del restauro, Pippo, ci lascia a 71 anni una delle figure che hanno scritto, con le opere soprattutto, la storia del restauro in Italia nell’ultimo quarantennio. Malato da tempo, aveva profuso il suo ultimo appassionato impegno nel libro-documento dedicato – assieme al filmato approntato per la Rai dell’epoca da Fernando Ferrigno – ad un restauro curioso, realizzato gratis dal suo Icr: quello del bronzeo cavallo di Francesco Messina in viale Mazzini 14. Piccola cosa a fronte della regìa del grandioso recupero, sino all’ultimo possibile frammento di affresco, della Basilica Superiore di Assisi riconsegnata dopo due anni e due mesi soltanto. Smagliante e messa in sicurezza.
Pippo era così. Metteva lo stesso nobile impegno nelle piccole come nelle grandi opere. Nel 2009, dopo la terribile notte dell’Aquila, si presentò subito là, pronto a prestare la sua lunga esperienza. Da poco in pensione, si era pagato da sé l’assicurazione. Ma «l’uomo di Assisi» venne rimandato a casa dallo staff di Bertolaso, convinto di risolvere da solo ogni problema. Come s’è visto purtroppo.
Nato a Castelvetrano (Trapani) figlio di un restauratore di mobili, «mandolinista e melomane al punto di andare a piedi a Palermo», il ragazzo Basile si iscrive a Lettere a Palermo e lì rimane affascinato dalle lezioni sul restauro di Cesare Brandi, poi si specializza a Roma, alla Gnam, diretta da Palma Bucarelli, divenendo uno dei pochi esperti anche nel restauro dell’arte contemporanea: dai «sacchi» di Burri alla sfera metallica di Pomodoro («un’estate torrida, alla Farnesina, stava per esplodere per l’acqua in bollore»). Ma nel suo destino ci sono i terremoti. Anzitutto quello del Belice dove realizza iniziative così trasparenti da procurargli un paio di «avvertimenti» mafiosi. Entra per concorso al Ministero, poi all’Istituto Centrale del Restauro e qui, dopo Brandi, l’altro incontro della vita: il direttore Giovanni Urbani. «Predicava», mi disse un giorno, «prevenzione e manutenzione, esami ambientali prima che interventi sull’opera. Lezioni formidabili».
Così armato, Pippo Basile va «alla guerra», nel ’76, fra le macerie del Friuli terremotato: un migliaio di morti, diecimila scosse, centri storici atterrati, e però, specie a Venzone, una formidabile volontà di reazione in tutta la comunità. Pietra su pietra. Lui si misura coi frammenti della Cappella del Ss Sacramento. «Una scuola di vita e di lavoro». A Mantova poi collabora con Antonio Paolucci soprintendente e col compagno di studi palermitani Michele Cordaro direttore dell’Icr, per la mantegnesca Camera degli sposi. A Roma con Pio Baldi per definire la «carta del rischio»: 7.000 monumenti da monitorare. Sollecitati dal sottosegretario Luigi Covatta. Ambizioni oggi impensabili. E Basile dimostra che prevenzione+manutenzione costano tre volte meno dei periodici restauri («interventi chirurgici, comunque»).
Lavora a Santa Maria delle Grazie dove microclima, smog e mura malsane minacciano Leonardo, a Padova agli Scrovegni, con un grande restauratore, Carlo Giantomassi. «Ogni visitatore, in un’ora, emette un litro di umidità solo respirando. Senza contare polvere e fango», predicava severo. A volte invano. Segaligno, barbuto, siciliano nell’accento, sembrava un introverso personaggio pirandelliano. In realtà aveva una generosa capacità di amicizia e di riconoscenza. Come dimostrò concorrendo all’Associazione Amici di Cesare Brandi e al centenario del maestro senese che con Giulio Carlo Argan aveva dato vita all’Istituto Centrale (ora Superiore) del Restauro.


L'articolo di Vittorio Emiliani