martedì 12 luglio 2011

Un altro intervento di presentazione dell'opera del pittore anglo.-siciliano, John Picking

Lo scorso 3 Luglio, alla festa di inaugurazione della mostra di John Picking (Casa delle Culture via Vittorio Emanuele II, 3/5 Acquedolci  Me), l'amico Alessandro Maio ha letto una parte di una presentazione che merita di essere pubblicata per intero.





 
"A parlare di John Picking artista, non e' un uno storico dell'arte o un intellettuale, ma un comune fruitore. Quando mi è stato espresso il desiderio, che fossi io a presentare la sua personale ad Acquedolci, non mi sono sentito all'altezza di un simile compito, poi onorato di ciò ho accettato con entusiasmo.

Come normale fruitore di arte, non mi perderò nella presunzione di voler svelare l'intimo che un artista plasma sul supporto con una sorta di alchimia, ma cercherò di esprimere l'emozione che un uomo comune, dotato di una particolare sensibilità prova di fronte ad un'opera d'arte.

Chi ha il dono di generare pittura, secondo me, si può collocare in due precise categorie: "artiere" e "artista". L'artiere è colui che dotato di una eccellente tecnica, riesce con accurata perizia accademica a riprodurre la realtà senza aggiungere o togliere nulla. L'artista e' invece chi possiede le doti dell'artiere e riesce ad interpretare la realtà secondo una propria visione interiore ed "accende" col divino fuoco, una nuova rappresentazione.

E' artista chi stimola alla riflessione e crea un nuovo punto di vista o una nuova prospettiva. L'arte sta sospesa in quello spazio impercettibile tra il braccio disteso di Dio con la mano protesa e il dito di Adamo, e come l'uomo di Michelangelo, si materializza a nuova vita. La pittura di John è supportata dalla magistrale tecnica e dalla Magia dell'Arte, quindi da entrambi gli elementi.

Ma per arrivare a ciò non basta solo possedere quel "dono" che fa di un "artiere" un "artista", quel dono bisogna curarlo ed accudirlo come una madre fa con il proprio figlio o un contadino fa con le sue piante. John ha sempre fatto questo sin da giovanissimo e spinto dalla medesima energia interiore che i grandi viaggiatori del passato avevano per la scoperta di nuovi luoghi. Inizia anch'egli i suoi viaggi in Europa alla scoperta di stimoli che possano arricchire la sua anima, in modo da riflettersi come uno specchio nella sua pittura e fare di essa un contenitore di cultura ed emozioni universali. Infatti la sua arte è intrisa di stimoli sensoriali acquisiti durante i suoi viaggi: 1960 Parigi, 1963 Spagna, 1964 Norvegia insieme al leggendario amico Robin Alexander uno dei famosi eroi di Telemark. Nel 1969 il primo viaggio in Italia, parte dalla Sicilia, sosta in Campania ed in Toscana. Nel 1971 ritorna di nuovo in Sicilia e nel 1979 si stabilisce definitivamente a Militello Rosmarino. Nel 1990 crea un secondo studio nella terra del "Franciacorta",  facendo la spola tra Militello e Corte Franca.

Molti grandi maestri dell'arte contemporanea arrivati al successo, si adagiano su di esso e si chiudono in una sorta di falsificazione di se stessi, cioè riproducono in forma seriale e decorativa ciò che li ha resi celebri nei tempi di massimo fervore. Ed ecco riscontrare nella sua arte ciò che ancora una volta lo eleva ad "ARTISTA PURO", tenere vivida ed accesa dentro di sé, dopo più di 50 anni di pittura la fiamma della sperimentazione. Mi riferisco ai suoi ultimi lavori i Volumi geometrici:"Gardens", "Archaeological", dove non si limita solo a creare l'illusione di nuove forme o figure geometriche ma mantiene la linea della continuità di stile, che si concretizza in originali forme e contenuti, continuando ancora una volta a proiettarci con le sue visioni dentro architetture future".

Alessandro Maio




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