mercoledì 28 ottobre 2015

Mediterraneo senza confini all'Ex Fornace - Milano


24 artisti, di varie scuole e esperienze, dai giovani alle prime armi a quelli affermati, pittori, scultori fotografi, dall'Italia e dal resto del Mediterraneo, hanno voluto essere presenti a questa Rassegna d'Arte per dire: Mediterraneo senza confini.

A partire da un piccolo centro del messinese, Acquedolci, ai piedi dei monti Nebrodi e di fronte alle isole Eolie, la mostra collettiva sbarca all'Ex Fornace, Alzaia Naviglio Pavese, 16, Milano.

Inaugurazione il 4 Novembre alle 18.30. L'esposizione prosegue fino al 20 Novembre.

Ospiti d'onore, presenti con le loro opere, il grande Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura, Sergio Staino, vignettista dell'Unità, Nadia Khiari, vignettista tunisina e Michel Canaò, direttore del Mud Museum.

L'Associazione Culturale Mediterraneo (ACM), circolo ARCI di Acquedolci, celebra in questi giorni i suoi 15 anni ed ha voluto chiamare a raccolta un gruppo di artisti per esprimere un pensiero nei confronti di quel che sta succedendo nel Mediterraneo. Agli artisti è stata data la massima libertà nell'interpretare il tema proposto e nel scegliere le modalità esecutive. Lo spettatore si troverà di fronte a opere che coniugano il tema su diverse sensibilità culturali: dall'attualità della cronaca che ci consegna i naufragi nel Mediterraneo o le compulsioni per la crisi greca, alla visione del Mare Bianco di Mezzo, come lo chiamano gli arabi, culla delle civiltà che lo hanno percorso nel passato. Il filo conduttore è sicuramente una visione che rispecchia il grande animo solidaristico che caratterizza la gente del mare.

Si affiancano a questa Rassegna i lavori di tre artisti che sono stati selezionati nell'edizione passata: Chiara Passigli, Salvatore Morello e Basilio Longo. Tre sezione per mostrare la creatività di tre diverse generazioni di artisti che hanno amato e amano la Sicilia, la terra dov'è nata questa iniziativa.

Farid Adly
Presidente ACM

Per ulteriori info:
++39.339.8599708
acm.casadelleculture@gmail.com


    

sabato 24 ottobre 2015

Grande festa della Cultura


(la torta con il logo dell'ACM)

Si è svolta ad Acquedolci, presso la Casa delle Culture, la festa per i 15 anni dell'Associazione Culturale Mediterraneo. Soci, amici e artisti hanno partecipato numerosi per mantenere un impegno: quello di proseguire il cammino iniziato 15 anni fa, arricchendo il territorio di tanti eventi culturali di alto livello, promuovendo la creatività dei giovani ed alimentando un circuito di relazioni sociali e umane.
Alla cerimonia hanno preso parte tra gli altri: Franco Brancatelli (relatore), Aldo Zisa, Melina Tricoli, Salvatore Morello, Alessandro Maio, Cristina di Giovanna, Carmela Ricciardi, Innocenzo Gerbino. Oltre a molti appassionati di cultura: prof.ssa Pina Germanò, dott.ssa Mariella Giambò, prof. Sergio Piraro, dott.ssa Rosalia di Giorgio, Antonio Latteri, dott.ssa Maria Lombardo, dott. Piero Faraone, Salvatore Gerbino, Tina Cascone, Rejane De Silva e molti altri nostri soci.
E' stata gradita la partecipazione dei presidente della Pro Loco e dell'Ass. Pro Nebrodi.
L'Amministrazione comunale era rappresentata dal Sindaco, avv. Ciro Gallo e dal vicesindaco, dott. Salvatore Natoli.
Il momento centrale della festa è stato quello della brillante relazione dell'Arch. Brancatelli sui paesaggi e tradizioni dei Nebrodi. Le Tavole del Parco da lui disegnate a matite colorate erano esposte in Galleria e sullo schermo sono state proiettate i disegni realizzati per ogni comune aderente all'Ente Parco dei Nebrodi. Una relazione che ha meritato un sincero applauso del pubblico.
In conclusione, il taglio della mega torta preparata dai maestri pasticcieri fratelli Caprino del Bar Chantignè.














mercoledì 21 ottobre 2015

Le opere partecipanti alla Rassegna sono partite per l'Ex Fornace - Milano

E' fatta.
Oggi, sono partite alla volta di Milano, tramite il nostro spedizioniere di fiducia, l'amico Benedetto Carroccetto, le opere partecipanti alla Rassegna d'Arte sul tema "Mediterraneo senza confini".
Dopo la Casa delle Culture e il Monastero di Fragalà, i quadri, le foto e le sculture approderanno all'Ex Fornace, la sala espositiva messa a disposizione dal Comune di Milano che ha patrocinato l'iniziativa dell'ACM.
Il Comune di Milano ci ha stampato gratuitamente 500 copie della locandina, 50 manifesti e uno striscione.
L'evento sarà pubblicato sui siti istituzionali e sui bollettini di eventi collegati all'amministrazione dell'amico avv. Giuliano Pisapia.
Inaugurazione il 4 Novembre 2015 alle 18.30 e poi una cena sociale, presso il ristorante LA MAGOLFA, a sostegno delle adozioni a distanza dei bambini di Gaza, tramite l'Associazione Najdeh.

Ecco il manifesto con i nomi degli artisti partecipanti:


mercoledì 14 ottobre 2015

Quindici candeline per ACM

"Per arrivare alla meta, è importante il cammino; ma sono fondamentali i compagni di strada".
(Logo ACM, ideato e realizzato nel 2000 dall'artista Giuliano Cocco)


Il prossimo 23 Ottobre, l'ACM compie 15 anni. Un traguardo importante pieno di successi e di buoni risultati, di impegno nel volontariato ed al servizio della collettività, di proposte costruttive e di invenzioni innovative, di solidarietà sociale e internazionale, di promozione della Cultura e dello stare insieme, di educazione al bello e al rispetto dell'Altro. Tutto nella massima trasparenza e alla luce del sole, contando sull'autofinanziamento e sul sostegno sociale e rivendicando allo stesso tempo il diritto al contributo pubblico, a parziale copertura delle spese, per la valenza sociale del nostro intervento culturale.

Il gruppo dirigente, i soci e tutti gli amici sostenitori vogliono festeggiare questa occasione all'insegna della Cultura e dell'amore per il territorio.

Abbiamo chiesto all'Arch. Franco Brancatelli, autore delle tavole del Parco, di presentarci i paesaggi e le tradizioni nel parco dei Nebrodi, un intervento che è stato già presentato all'EXPO di Milano, nella cornice del Cluster BioMediterraneo, su invito dell'Entre Parco dei Nebrodi e del GAC "Costa dei Nebrodi". In Galleria saranno esposte le opere originali delle Tavole del Parco, disegnate dall'Architetto Brancatelli e ad illustrare l'intervento saranno proiettate su grande schermo le immagini dei paesaggi, delle tradizioni culturali, dei tesori e dei mestieri artigianali dei Nebrodi.

In questo modo, la festa non sarà una cerimonia formale, ma un impegno per la promozione della Cultura, la diffusione dell'Arte, la salvaguardia dell'ambiente e la conoscenza del territorio.

Non mancherà in conclusione, il taglio della torta.

Sede: Casa delle Culture
Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, 3/5 - 98070 Acquedolci (Me)
Data: Venerdì 23 Ottobre 2015
Orario: 21.00

Vi aspettiamo numerosi!




martedì 13 ottobre 2015

Nino Santomarco: storia della Biennale d'Arte santagatese



LA notizia dell'evento sul Giornale di Sicilia
(foto e testo di Gino Pappalardo)



Alla Casa delle Culture si è tenuta il 10 Ottobre 2015 la Giornata del Contemporaneo, indetta a livello nazionale da AMACI. Il tema affrontato è stato quello del "Sistema dell'Arte Contemporanea in Italia, oggi". Nel pomeriggio, alle 18.00 è stata tenuta la Conferenza del maestro Nino Santomarco sull'esperienza e la storia della Biennale d'arte di Sant'Agata.

Eccone il testo integrale:

RELAZIONE SULLA BIENNALE E PNACOTECA

Nino Santomarco


Era la primavera del 1979 quando nacque in alcuni amici il desiderio di fondare una corrente artistica denominata “Carasicilia”, che consentisse, attraverso mostre, conferenze, dibattiti, di portare avanti un progetto quanto mai ambizioso: quello di valorizzare la zona dei Nebrodi, ricca di storia, di opere d’arte e splendida nel suo paesaggio. Aderirono a questa iniziativa il pittore Giambecchina, Nuccio Lo Castro, Angelo Restifo, il sottoscritto e John Picking, che intanto si era trasferito dall'Inghilterra a Militello Rosmarino. Fu quello di “Carasicilia”, un punto di partenza verso traguardi più lontani e più importanti. Lo scopo principale del sottoscritto era quello di convogliare a Sant’Agata Militello i più grandi artisti dell’arte contemporanea, invitandoli a partecipare a una grande mostra a cadenza biennale; realizzare cioè una rassegna che fosse un documento illuminante dell’arte contemporanea italiana, del suo ampio spettro e tendenze di orientamento, ma che assicurasse al tempo stesso la presenza di personalità già affermate e di quelle cui critica e mercato garantissero riconoscimenti concordi. L’iniziativa sarebbe servita anche a stimolare le idee dei pittori della zona, mettendoli a contatto con esperienze e culture diverse, a coinvolgere i cittadini di tutto un comprensorio ed a creare nel tempo, con le opere premiate di proprietà del Comune, una pinacoteca che contribuisse a fare della città di Sant’Agata Militello uno dei centri d’interesse del mondo artistico-culturale nazionale.
L’idea della Biennale d’arte rimase per lunghi anni dentro di me, quasi in letargo, ma sempre pronta a svegliarsi qualora si presentasse l’occasione. Solo nell'estate del 1986 l’idea fu attenzionata prima con una certa diffidenza, poi con curiosità , infine fu condivisa con entusiasmo dagli amministratori santagatesi del tempo, ed in modo particolare dall’assessore Gaetano Brancatelli e dal sindaco Alfredo Vicari. Fu cosi che, sotto la direzione artistica dei critici d’arte Albano Rossi e Dino Ales, il 3 ottobre del 1987 fu varata la prima edizione della Biennale d’arte , alla quale parteciparono cento artisti provenienti da ogni parte d’Italia: i rappresentanti cioè delle più vitali tendenze dell’arte contemporanea. L’impegno assunto dall'amministrazione comunale e dall'organizzazione affidata alla pro-loco, è stato ripagato con un successo che è andato oltre i confini dell’Isola.
Alla prima seguirono altre tre edizioni. Nella seconda, direttori artistici Albano Rossi e Giovanni Cappuzzo, furono coinvolti anche alcuni artisti santagatesi: Giuseppe Coci, Pietro Cordici, Ettore Maria Merlino, John Picking e Nino Santomarco, selezionati dal critico milanese Raffaele De Grata.
Mi piace soffermarmi sulla terza edizione, curata da Giovanni Bonanno, alla quale diedi il mio contributo sia come ideatore dell’evento, sia come assessore ai beni culturali: Fu organizzato in seno alla Biennale un omaggio ad Emilio Greco con cui ebbi la fortuna di relazionarmi più volte per concordare la sua partecipazione. Fu allestita una sezione delle sue opere, 41 preziose incisioni, 4 delle quali oggi fanno parte della Pinacoteca Comunale. Mi piace ricordare una vicenda che mi ha raccontato allora:“ Per i giovani della mia generazione esporre opere d’arte si limitava a qualche rara mostra sindacale. Delle opere esposte non se ne vendeva alcuna; e una volta che mancò un disegno, fummo tutti contenti che qualcuno lo avesse rubato, forse per amore per l’arte”.
In quella terza edizione parteciparono artisti di grande prestigio: Bardi, Bodini, Bonanno, Caruso, Ciminaghi, Frangi, Gauli, Giulietti, Guccione, Marino, Migneco, Milluzzo, Nocera, Pecoraino, Piazza, Sirotti, Spinosa, Vitali.
La quarta, curata da Aldo Casanova, fu l’ultima edizione: vi parteciparono 73 artisti di varie tendenze, Vi parteciparono anche 18 artisti del nostro territorio e fu reso un omaggio al pittore Tano Santoro.
Un’altra Rassegna infine, da citare è “Settembre Arte”, e sul modello delle passate edizioni delle Biennale, alcuni scultori lasciarono al Comune delle opere che costituirono l’arredo urbano della villa “Falcone e Borsellino” sul lungomare della città. Un Museo a cielo aperto trascurato da tutte le amministrazioni che seguirono. Oggi alcune sculture, in particolare quella di Simon Benetton appaiono alquanto deteriorate e necessitano di urgente restauro.
Ma, come dicevo prima, uno degli scopi principale delle varie edizioni delle Biennali d’arte era quello di realizzare, con le opere donate dagli , una Pinacoteca Comunale.
Per raggiungere tale scopo era necessario che l’iniziativa partisse dall’amministrazione comunale.
A gennaio del 2010 il Sindaco della città Bruno Mancuso nomina Nino Santomarco consulente per la Pinacoteca e per le attività culturali di Sant’Agata Militello. Era la svolta decisiva per arrivare alla tanto sospirata Pinacoteca d’Arte.
Il 30 dicembre 2010, grazie anche ad un contributo regionale è stata inaugurata , nei locali del Castello Gallego la Pinacoteca D’Arte Contemporanea dedicata allo scultore Nino Franchina, che raccoglie 80 opere provenienti dalle varie edizioni della Biennale oltre ad una donazione del pittore Tano Santoro.
Una città, una comunità pur piccola, che promuove e organizza attività che sostengono l’arte in tutte le suo forme e nei suoi molteplici aspetti è una società civile e come scrisse Consolo in relazione alla terza Biennale d’arte “ogni mostra, ogni quadro di ogni verissimo pittore che nella mostra espone, crediamo che rappresenti per il paese, per i suoi giovani principalmente, l’occasione per vedere e per capire: cos'è la pittura, l’arte, questa nobile, necessaria attività dell’uomo che le acque velenose e tempestose del nostro tempi tremendamente minacciano. 
 Grazie.
Nino Santomarco


Intervento di Nino Santomarco alla Casa delle Culture
sull'esperienza della Biennale d'Arte di Sant'Agata Militello

lunedì 12 ottobre 2015

Galleria Immagini Giornata del Contemporaneo

Acquedolci (Me), Sabato 10 Ottobre 2015. Si è tenuta alla Casa delle Culture l'11a Giornata del Contemporaneo, evento indetto a livello nazionale da AMACI (Associazione Musei d'Arte Contemporanea in Italia)
Per tutta la giornata è stata esposta la Rassegna d'Arte "Mediterraneo senza confini", che andrà a Milano per essere esposta all'ex Fornace (zona Navigli), con il patrocinio del Comune di Milano - Zona 6, dal 4 al 20 Novembre 2015. Inaugurazione Mercoledì 4 Novembre alle 18.30 - Seguirà cena sociale al Ristorante La Magolfa (nell'omonima via ed a due passi dalla sede espositiva).

Durante i lavori della Giornata acquedolcese è stata tenuta una conferenza sul "Sistema dell'Arte contemporanea in Italia, oggi". Due i relatori: introduzione del presidente ACM, Ing. Farid Adly e relazione del maestro Nino Santomarco sulla storia della Biennale di Sant'Agata (vedi i due post precedenti)

Eccovi una Galleria di immagini dell'evento (Foto di Amerigo Kashbur)









Le seguenti foto sono di Innocenzo Gerbino:



Le seguenti foto sono state scattate da Mariangela Gallo:






















La gioia per la Cultura non ha prezzo!

"Il Sistema dell'Arte Contemporanea in Italia, oggi"




Lo scorso Sabato 10 Ottobre 2015, si è svolta alla Casa delle Culture la Giornata del Contemporaneo, evento nazionale indetto dall'AMACI.

Per tutta la giornata la Casa delle Culture (via Vittorio Emanuele II, 3/5 - 98070 Acquedolci (Me)) è rimasta aperta al pubblico per ammirare le opere della rassegna d'Arte "Mediterraneo senza confini". 23 artisti di tutto il Mediterraneo hanno esposto le loro opere, che per il prossimo mese di Novembre andranno a Milano, all'ex Fornace (zona Navigli, la Movida milanese. Inaugurazione Mercoledì 4 Novembre 2015 alle 18.30 e poi cena sociale al Ristornate La Magolfa.)

Alle ore 18.00 si è tenuta una conferenza sul tema: "Il Sistema dell'Arte Contemporanea in Italia, oggi". Due i relatori: il presidente di ACM, Ing. Farid Adly e il maestro Nino Santomarco (nella foto).

Ecco il testo integrale del primo intervento esposto dal presidente dell'ACM:


Intervento introduttivo
dell'Ing. Farid Adly, presidente ACM,
alla Giornata del Mediterraneo
Casa delle Culture – Acquedolci (Me)




Presentata ieri a Roma nella Sala della Crociera del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, alla presenza del Ministro Dario Franceschini, l'Undicesima Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione che si svolge oggi sabato 10 ottobre, in tutta Italia.
Organizzata ogni anno da AMACI, l'Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, la Giornata del Contemporaneo porta l’arte del nostro tempo al grande pubblico, inaugurando ufficialmente la stagione dell'arte contemporanea. Quest'anno sono 959 le realtà che hanno aperto gratuitamente le loro porte in tutta la penisola, presentando artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze.

Dal 2005 a oggi la Giornata del Contemporaneo si è conquistata un’attenzione particolare da parte del grande pubblico e degli addetti ai lavori per l’importante ruolo che ha saputo svolgere per la promozione della cultura contemporanea. Le adesioni sono cresciuti negli anni (dai 207 del 2005 ai 942 del 2014, passando per i 1050 del 2010) di pari passo con la partecipazione del pubblico (dai 97.000 visitatori delle prime edizioni ai circa 230.000 delle ultime). In dieci anni la Giornata del Contemporaneo ha permesso infatti di concretizzare una mappa dell’arte di oggi che ha coinvolto non soltanto le grandi città ma anche i centri più piccoli, da sempre molto attivi, dove i musei hanno assunto il ruolo di poli culturali con la missione di presentare e valorizzare l’attività degli artisti contemporanei.

Qui alla Casa delle Culture, questo è il secondo anno di nostra partecipazione alla Giornata. E lo facciamo coscienti e allo stesso tempo fieri di due fatti: la nostra associazione compie in questo mese i suoi 15 anni; l'altro fatto positivo è la certezza che passi positivi si stanno compiendo per la realizzazione del MAC-Nebrodi, alla stazione ferroviaria di Acquedolci.
La vostra presenza numerosa, di gente qualificata, colta e affezionata all'arte ed alla cultura rafforza in noi l'intento iniziale con il quale abbiamo avviato i nostri primi passi: promuovere la Cultura, rafforzare il volontariato, educare i giovani alla legalità ed al bello, ridare dignità all'essere umano che abita in ciascuno di noi.

In questo solco, organizziamo oggi la Giornata del contemporaneo, per legare il locale al globale e tentare di sprovincializzare la visione predominante nelle nostre società.

In un recente incontro organizzato dalla Homo Faber, ho avuto occasione di avanzare proposte su livello locale, per uscire dall'impasse. Oggi vorrei presentarvi due esperienze culturali del nostro territorio che hanno inciso positivamente sull'Arte di questi territori. Una è la Galleria “Il Capitello” del nostro amico, maestro Pietro Cordici. L'altra è la Biennale di Sant'Agata degli anni '90, fortemente voluta e portata a termine per ben quattro edizioni, il nostro amico e maestro Nino Santomarco è stato uno dei principali artefici di quella gloriosa iniziativa. Queste due esperienze ci dicono due cose: non si costruisce nulla sul niente. Chi non ha memoria non avrà futuro. Il secondo insegnamento è che mettere insieme le forze, coalizzarsi all'interno di una sana competizione non può che portare bene alla collettività.

Ma prima di dare la parla ai nostri due relatori ospiti, vorrei premettere con questa mia relazione sul “Sistema dell'arte contemporanea in Italia, oggi”. Questa costruzione dell'incontro di oggi ci permetterà poi di affrontare tutti insieme l'arduo compito nel nostro territorio, cioè, “Che fare?”

Il sistema dell'Arte contemporanea è una macchina complessa, che ha tanti attori e diversificate strutture. L'artista ed il suo pubblico sono stati ridotti in realtà, nell'ultima metà del secolo passato ed a livello internazionale, a delle semplici pedine. Questo sviluppo si è reso obbligatorio per lo spostamento dell'interesse verso l'arte dalla sfera culturale a quella di mercato e nelle ultime decadi, all'interno di questa trasformazione capitalistica, dal collezionismo per passione alla speculazione.

Andiamo per ordine.
Il primo tentativo di disciplinare il sistema dell'arte è stato in Francia nel 1803, con la costituzione della 'Acádemie des Beaux Arts, sulle ceneri di cinque accademie reali istituite nel XVII secolo; suo compito istituzionale era la difesa della teoria estetica e legittimava così lo status d’artista. La conseguenza di ciò era un potere da parte dei suoi membri ufficiali su tutti gli aspetti dell’arte. Tra i suoi membri venivano eletti gli insegnanti dell’École des Beaux Arts e il direttore dell’Acádemie de France a Roma, elargiva una borsa di studio molto ambita per il soggiorno di studio di un anno nell’Urbe (Prix de Rome). In più gli accademici selezionavano i dipinti e le scultore degli artisti viventi da far acquistare ai musei. Lo statuto accademico vietava agli artisti ufficiali di fare direttamente commercio nei loro studi, perciò le loro opere erano vendute in occasione del Salon o tramite mercanti titolari di gallerie. L’artista, in definitiva, doveva sottostare al gusto dell’epoca, condizione necessaria per poter essere invitato al Salon che si teneva ogni anno al Louvre.

Anche le mostre sembra che siano un'invenzione francese del 18esimo secolo. Ma era rimasto il Salon, la sede ufficiale per la consacrazione del successo di un artista, che poteva così aspirare all'acquisto delle sue opere da parte della borghesia. Quel sistema era però chiuso, perché assoggettato al potere politico. Sono nati così i salon simil-alternativi per ospitare le opere rifiutate in quello ufficiale. Bisogna aspettare il 1876, per vedere le prime mostre indipendenti, ad opera del fotografo Nadar che ospitò una collettiva di quelli che poi divennero gli impressionisti. Quel passaggio al privato ha aperto la strada alla nascita di una nuova figura: il mercante di opere d'arte. Questo sviluppo ha permesso anche di consolidare il collezionismo, che poi nel ventesimo secolo oltre al piacere di detenere e ammirare un'opera d'arte nella propria dimora o ufficio, ha aggiunto la dimensione della speculazione economico-finanziaria. In quest'ultima deriva, l'opera d'arte perde il suo valore estetico per diventare un bene di consumo. La motivazione di decidere di comperare o vendere un'opera d'arte trova sua origine nelle curve della quotazione di mercato e nella necessità di abbassare il livello di rischio finanziario. L'investimento quindi deve essere di breve durata ed occorre rivendere prima che il mercato si accorga che la quotazione è troppo alta; la rapidità dell’ascesa delle quotazioni di un artista può essere un sintomo che non tarderà il raggiungimento dell’apice, a cui seguirà una fase di discesa repentina. In Italia, abbiamo assistito negli ultimi decenni all'entrata delle banche nel novero dei collezionisti. Nella maggior parte di questi casi, è un collezionismo di prestigio, per accrescere la percezione positiva dell'immagine dell'impresa nella società oppure per diversificare gli investimenti. La quasi totalità degli esperti esclude che negli investimenti degli istituti bancari nell'arte vi sia un'azione speculativa, visto che non si è assistito ad operazioni di vendite clamorose.

Il Banco di Napoli fin dalla sua fondazione ha accettato che le famiglie indebitate ottenessero prestiti a fondo perduto dietro consegna di opere alla banca. Sono così entrati nel suo patrimonio dipinti di Luca Giordano, Francesco de Mura, Giuseppe de Nittis, Vincenzo Gemito. Per la sua sede newyorkese acquistò negli anni Ottanta, sfruttando le leggi sulle detrazioni fiscali statnitensi, opere più contemporanee di Pistoletto, Boetti, Pisani, Paolini, mentre nella sede di Napoli sono conservate le opere di Warhol, Schifano, Paladino e altri. Questo esempio è stato seguito anche da altre banche, tra cui la Banca Commerciale Italiana,
che ha raccolto una buona collezione di artisti italiani, con attenzione per l’Informale e l’Arte Povera. La raccolta del Gruppo Unicredit presenta oltre 60.000 opere, da reperti antichi a capolavori dei grandi maestri del passato come Tintoretto, Goya, David.

Il collezionismo d'impresa nasce negli Stati Uniti negli anni settanta, dove dilagano le cosiddette Corporate art collections. In Francia troviamo il caso Renault che aprì la fabbrica automobilistica al genio di giovani artisti e finanziò il Beaubourg noto come Centre Pompidou, che è stato costruito architettonicamente copiando gli impianti industriali. In Italia le fondazioni di imprese non hanno vantaggi fiscali e la loro funzione, quando non è obbligatoria per legge, hanno la funzione di migliorare l'immagine dell'impresa, come la fondazione Prada e quella di Trussardi. Oltre alle collezioni, queste fondazioni hanno agito anche nell'organizzazione di mostre di livello internazionale, principalmente a Milano e Venezia.

I fondi di investimenti in arte non hanno attecchito in Italia. L'idea di indicizzare il mercato dell'arte come avviene in borsa è nata negli Stati Uniti da due ricercatori dell'Università di New York. L'arte diventa una pura merce di scambio. Fondi di investimento nell'arte si sono avute anche a Londra e Parigi. Il sistema messo in piedi sembrava funzionare al meglio, perché i fondi, comprando grandi stocchi di opere, avevano maggiori opportunità e meno spese e commissioni, ma l'esperienza ha dimostrato il contrario, a causa dei forti conflitti d'interesse tra gli attori e l'imprevisto andamento del mercato e si sono rivelati una vera trappola per topi. In Italia, lo stesso presidente della Consob, Guido Rossi, noto collezionista d’arte, ha sconsigliato i piccoli risparmiatori di investire nei fondi d'arte, per la poca trasparenza e per la situazione quasi naturale di conflitto di interesse degli intermediari.

I musei:
I musei, nati come luogo di raccolta di collezioni provenienti da privati, chiese, municipi o palazzi reali, si sono trasformati nel corso del tempo, ricorrendo agli acquisti e, in tempo di vacche magre, alle donazioni ed al deposito di lungo termine. La maggior parte dei musei italiani sono pubblici ed hanno una gestione burocratica statica ed elefantiaca, dove i costi della struttura assorbono una gran percentuale dei loro bilanci, riducendo il margine di investimenti nell'acquisto di opere d'arte.
La gestione privata dei musei statunitensi ha creato di queste istituzioni delle imprese commerciali che sfruttano gli spazi museali per altre attività collaterali come sale congressi, editoria, librerie, gadgets, stampe d'arte, bar e ristoranti. Questo schema è stato introdotto di recente con il sistema delle concessioni, anche in alcuni musei italiani.

Le gallerie:
L'artista per affermarsi ha bisogno di una rete di contatti che riguardano figure diverse e ciascuna ha il suo ruolo professionale ben definito. Non basta la vena artistica, la capacità tecnica e l'inventiva creativa per fare di un produttore di immagini un artista famoso. La prima figura che si incontra, oltre al collezionista singolo, è il gallerista, che possiede una sede espositiva, una rete di contatti di potenziali acquirenti e una spiccata capacità di annusare i gusti del momento e di poterli manovrare tramite i rapporti con la stampa e con accademie, musei e università. Questa azione di promozione è fondamentale per accrescere la notorietà di un artista, prima a livello locale, poi a quello nazionale o internazionale. Le scuole e le tendenze artistiche sono nate e si sono affermate grazie anche alla circolazione delle idee che le gallerie hanno messo in atto. Questo impegno non è certamente un amore platonico, ma è un rapporto basato solidamente sul profitto. Il gallerista intrattiene infatti dal 30 al 50% del valore di vendita dell'opera e normalmente le opere sono prese in conto vendita senza sborsare anticipatamente le somme. Inoltre il gallerista garantisce all'artista un numero minimo di opere vendute nell'anno in cambio dell'esclusiva. L'artista in questo caso avrà un anticipo mensile garantito, ma non potrà, per il periodo stabilito per contratto, vendere direttamente le proprie opere.

Il gallerista che fiuta il genio artistico di un suo giovane autore, investe su di lui in termini di circolazione delle sue opere nelle mostre, in cataloghi, in presentazioni con giornalisti e critici d'arte. Un'operazione di promozione e di creazione d'immagine per accrescere il numero dei potenziali acquirenti. Azioni queste che un giovane autore difficilmente riesce a realizzare in modo professionale e con buoni risultati. Sono poche le gallerie che contano veramente in questo sistema, le cosiddette gallerie superstar, che costituiscono il vertice del mondo dell’arte contemporanea e determinano le tendenze dominanti. La strategia economica è quello del controllo di tipo monopolistico della produzione degli artisti già affermati o emergenti, che determina una difesa rigida dei prezzi, che sono sempre più spesso molto alti, sin dalla partenza. Queste gallerie hanno una penetrazione nel mercato ampio attraverso le filiali aperte in tutto il mondo oppure attraverso accordi commerciali con gallerie locali diffuse in tutto il mondo, in una sorta di merchandising. Le regioni di nuova espansione sono l'Asia e il Medio Oriente.
Il mercato dell'arte si divide in uno primario e in quello secondario. Il primo è fatto di grandi gallerie e collezionisti che hanno un contatto diretto con i loro artisti. Sono loro a determinare le quotazioni di partenza e le tendenze artistiche cosiddette di brand. Il mercato secondario invece è costituito da una miriade di piccole e medie gallerie che acquisiscono le opere dal mercato primario, per poi metterlo in circolazione.
La strategia di guadagno del gallerista tradizionale è acquisire in conto vendita il maggior numero possibile di opere: il suo scopo è perdere poco sugli artisti emergenti e guadagnare attraverso la vendita di nuovi lavori di artisti affermati. Il primo gallerista che ha codificato queste strategie è stato Leo Castelli, nato a Trieste, stabilito prima a Vienna e poi a New York e ha operato anche a Parigi.

Le aste:
le aste nascono a Londra nel '700. Le due rivali insuperate sono Christie’s e Sotheby’s la prima fondata nel 1744 e la seconda nel 1766. Contendono con le loro filiali sparse in tutto il mondo, l'80% delle vendite d'arte. Hanno il monopolio assoluto della vendita delle opere che superano il prezzo di un milione di dollari.
In Italia, oltre alle filiali di Sotheby’s e Christie’s, la principale casa d’asta era la milanese Finarte Semenzato, nata nel 1959 e recentemente fallita. Nel panorama italiano sono nate diverse altre case d'asta minori, che hanno prevalentemente un carattere cittadino (Milano, Venezia, Roma, Napoli, ecc...) A questo si aggiunge il fenomeno delle vendite per TV e in Internet. Operazioni queste che hanno avuto un limitato successo e si sono dedicate ad un pubblico generico di consumatori di prodotti artistici per persone di bocche buone. Acquistare un'opera d'arte soltanto dopo aver visto la sua foto sullo schermo televisivo o su un sito Internet non potrà mai essere un'azione compiuta da collezionisti esperti. Inoltre questo tipo di aste è soggetto a ricorrenti truffe o turbativa di mercato, con delle offerte fasulle, operate da chi gestisce senza un reale controllo, per alzare il prezzo di vendita. Inoltre non ci sono le condizioni minime di affidabilità sull'autenticitò ed integrità del prodotto messo in vendita. Di questi fenomeno non sono esenti neanche le aste tradizionali, dove in sala c'è il pubblico dei potenziali acquirenti.
In Italia le vendite di opere d'arte nel mercato ufficiale, si attestano sui circa 160 milioni di euro, l'80% tramite le aste. Gli artisti più quotati (dati del 2011) rimangono gli inossidabili Piero Manzoni, Lucio Fontana e Giorgio Morandi. Le vendite delle loro opere sono state però realizzate principalmente all'estero.

Strutture di promozione:
Le fiere d’arte sono la vincita della dimensione commerciale rispetto a quella culturale. Migliaia di stand dove le opere sono ammassate alla visione di un grande pubblico di normali curiosi, ma anche di collezionisti. Le Gallerie normalmente affittano gli spazi per promuovere i loro giovani artisti e organizzare mostre personali ed eventi culturali per i nomi affermati nel loro portfolio. La loro nascita risale al 1967 in Colonia in Germania a Basel in Svizzera, per poi approdare a Miami negli Stati Uniti, dove attualmente si tiene la più importante fiera d'arte al mondo. Ogni mese c'è da qualche parte nel mondo una fiera d'Arte. In Italia la più importante è l’Arte Fiera di Bologna, che si svolge a fine gennaio. La partecipazione è ad invito e su selezione. Oltre alla fiera, da alcuni anni è nata l’iniziativa Art First, che per un mese vede i luoghi storici della città ospitare le opere e le installazioni di alcuni artisti presentati dalle gallerie partecipanti alla fiera. Iniziativa simile agli spazi e agli eventi collaterali della Biennale di Venezia. A Milano c’è MIART, mentre Artissima si svolge a Torino.

Mostre:
La più importante e conosciuta al mondo, nonché la più antica, è La Biennale di Venezia, nata nel 1895 e che ha come sede principale i Giardini Napoleonici (dove ogni nazione ha il proprio Padiglione) e un’altra nelle Corderie dell’Arsenale. Moltissime altre manifestazioni e mostre collaterali si susseguono anche in altri palazzi delle città, durante tutto il periodo della mostra. Per gli artisti, essere invitati ad esporre al Padiglione nazionale rappresenta la principale occasione per accedere a una vetrina internazionale, oltre a un titolo che migliora la posizione nel mercato.
In tutte le città italiane sono nate iniziative imitative della Biennale che però hanno un carattere commerciale, perché la partecipazione non è ad invito o a selezione, ma a pagamento con delle rette abbastanza salate, in cambio di una esigua visibilità.


La promozione:
critica:

Un canale importante per la promozione di un artista e dare visibilità alla sua produzione, oltre alle mostre personali o le collettive, sono gli articoli dei critici in riviste specializzate di settore, i cataloghi ragionati, i cataloghi delle mostre.
Il nonno dei critici si potrebbe nominare il Vasari. fu il primo ad adottare una terminologia corretta per formulazione di giudizi di gusto. Poi la palla è passata alla Francia con la nascita di riviste dedicate all'arte. Nel panorama attuale italiano la critica si potrebbe dividere in quella militante e in quella teorica di valore. La prima è una critica partigiana che è formata spesso da giornalisti o dagli stessi artisti e galleristi che difendono a spada tratta una loro idea di arte, promuovendo le correnti affini. La seconda invece è composta da professori universitari e delle accademie e la loro produzione è espressa nella didattica oppure in convegni e pubblicazioni. Il mondo della critica è pieno di falsi predicatori, che si riducono al ruolo di scrivani a pagamento, sfruttando il loro ruolo nelle redazioni per vendere un po' di fumo negli occhi.
I critici curatori invece sono una figura che non si limita soltanto all'esposizione scritta, ma si impegnano nelle strutture dell'arte come le gallerie e i musei, lavorando per la promozione delle nuove tendenze di arte giovanile.

Le riviste:
le prime sono state italiane e francesi. In Italia le più importanti erano “La Voce”, fondata nel 1908 da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini;
“Poesia”, fondata nel 1905 da Marinetti;
“Lacerba”, edita dal 1913 al 1915 e diretta da Papini e Soffici;
“Noi”, diretta da Enrico Prampolini (1917-1925);
“Valori Plastici” (1918-1922), diretta dal pittore e collezionista Mario Broglio.
“Il Bollettino del Milione” era una rivista nata negli anni Trenta edita da una galleria omonima.

Nel dopoguerra, accanto a piccole riviste come Forma (19471951), legata al movimento astrattista da cui prende il nome, oppure Azimuth (1956), pubblicata da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, fu edita a Milano nel 1967 la rivista Bit, diretta da Daniela Palazzoli, mentre nel 1968 il gallerista Fabio Sargentini pubblicò Carta Bianca, diretta da Alberto Boatto.
Il 1967 fu anche l’anno della nascita di una delle riviste più autorevoli e conosciute, anche a livello internazionale, ovvero Flash Art, fondata, edita e diretta da Giancarlo Politi.
La pubblicistica sul web è infinita e qui merita di essere menzionata Exibart che è nata digitale ma poi divenne un'edizione cartacea, che vanta migliaia di collaboratori, quasi tutti gratuiti, su tutto il territorio nazionale.
A queste iniziative editoriali si aggiunge le case editrici specializzate in libri d'arte e cataloghi. Le più importanti nel panorama italiano sono Electa, Mazzotta, Allemandi, Skira, De Luca, Giorgio Mondadori, Charta (recentemente fallita), Fabbri, Marsilio, che nella maggioranza dei casi pubblicano anche collane di libri, monografie, cataloghi ragionati. Queste case editrici fanno grandi affari anche quando ottengono la gestione del bookshop e della pubblicazione del catalogo di un’importante manifestazione, come per esempio la Biennale di Venezia, o di importanti musei, o punti vendita nelle città, come capita per Mondadori, Giunti ed Electa. Gli editori quando ottengono la pubblicazione del catalogo di una mostra si comportano come editori puri, cioè pubblicando il volume a proprie spese, perché sicuri di guadagnarci, oppure sono prefinanziati dagli enti organizzatori, tramite l’acquisto garantito di un certo numero di copie.

In un mondo di sciacalli del profitto, chi fa arte per passione e cultura e che è giusto che aspiri a trovare un mercato per la propria produzione artistica, ha soltanto la scelta dell'auto-organizzazione in solido con i propri simili. Unirsi nella sana competizione per creare un clima positivo e atto a valorizzare il merito e non soltanto l'apparenza o il prodotto di moda.

Fonti e bibliografia:

Francesco “Il sistema dell'Arte” - ed. La Terza 2008;
Angela Vattese, “Investire nell'arte” - Libri del Sole 24 Ore, 1991;
Annuari delle case d'asta 2006 -2007 -2008 -2009 -2010 -2011;



sabato 10 ottobre 2015

GdC: Nino Santomarco racconta la storia della Biennale di Sant'Agata





La Giornata del Contemporaneo alla Casa delle Culture è stata un'ennesima occasione di incontro tra gli artisti ed il loro pubblico colto ed affezionato. Sulle pareti della Galleria acquedolcese erano esposte le opere della Rassegna d'Arte "Mediterraneo senza confini". Al tavolo della presidenza sono intervenuti il presidente dell'ACM, Ing. Farid Adly e il maestro Nino Santomarco.
"Il sistema dell'arte contemporanea in Italia, oggi" è il titolo della serata. Dopo un'introduzione del presidente ACM, ha preso la parola il maestro Nino Santomarco che ha illustrato le tappe più significative dell'esaltante esperienza della Biennale di Sant'Agata. (i due interventi saranno pubblicati integralmente in una seconda fase futura)

Nel dibattito che ne è seguito, è intervenuto il presidente di Homo Faber, Nicola Chiaromonte, che ha presentato la proposta lanciata a Capo d'Orlando durante i lavori della Rassegna delle arti visive del Castello Bastione, alla fine di Settembre, di una rete delle associazione  e degli artisti nei Nebrodi.

Tra gli artisti presenti ricordiamo, oltre ai già citati Nino Santomarco e Nicola Chiaromonte: Giuseppe Coci, Angelo Restifo, Melina Tricoli, Cristina Di Giovanna, Roberto Sterrantino, Nanni Zangla, Salvatore Morello, Basilio Longo, Innocenzo Gerbino...

Per leggere il testo integrale dell'intervento del maestro Nino Santomarco, CLICCA QUI

Per leggere il testo integrale della relazione introduttiva del presidente ACM, Ing. Farid Adly CLICCA QUI

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