domenica 10 aprile 2011

Intervista ad Antonio Presti


parchi musei d'arte contemporanea in Italia / intervista ad Antonio Presti sulla Fiumara d'Arte

Arte, Bellezza, Natura.
La Sicilia è senza dubbio un'isola-scrigno di tali doni. Non tutti sanno che custodisce uno dei più singolari e maestosi parchi d'arte contemporanei italiani, Fiumara d'Arte, opera e grande passione di Antonio Presti.
Definito dai più come l'ultimo dei grandi Mecenati nelle Terre della Magna Greciae, è fautore di innumerevoli iniziative artistiche dedicate alla sua Terra, una Sicilia interamente votata alla bellezza, da rispettare, coltivare e insegnare alle nuove generazioni, affinché la lotta al degrado ambientale, culturale ed umano diventi un nuovo sentire comune.
Se l'impegno civile smuove realtà come quella del Quartiere di Librino di Catania, dove la creatività dei più giovani sta ridefinendo geografie urbane abitualmente violente, Fiumara d'Arte é un inno a non rinunciare mai all'amore, al rispetto e alla bellezza per la propria Terra.
Un impegno difeso attraverso una grande squadra di artisti e partner istituzionali e privati, che hanno creduto in questo progetto, che è una missione quotidiana.
Flashgiovani ha intervistato Antonio Presti per voi.
 a cura di Francesca Miglioli

F.M.Il progetto Fiumara D'Arte rappresenta un'eccellenza nel campo dell'arte contemporanea italiana a cielo aperto. Qual'è il percorso e il messaggio pensato per il visitatore che vi giunge, italiano o straniero?
A.P.
Il progetto Fiumara d'Arte nasce dall'idea di un dono alla Sicilia contemporanea che, scegliendo la via della bellezza, può rappresentare con un suo presidio l'impegno civile ed estetico dell'uomo. La Fiumara d'Arte è nata su terreni demaniali, per scelta politica perché io non ho mai voluto possedere l'opera ma l'idea. In una società contemporanea in cui tutto è al servizio della materia e del suo possesso, il primo atto di rinuncia che sublima la materia rispetto all'opera d'arte, è che la bellezza può manifestarsi per un'idea di pensiero. Il valore del dono sta nella sua condivisione, La Fiumara d'Arte è nata condivisa dal pubblico, affermata da tutti. Fiumara è oggi uno dei luoghi più visitati al mondo, per la sua contemporaneità e coerenza, il suo calarsi nel paesaggio.

F.M. Quali sono le richieste che vengono rivolte agli artisti partecipi del Progetto della Fondazione? Qual'è la linea espositiva e progettuale che guida la scelta delle opere presentate?A.P. Vengo indicato come uno degli ultimi grandi mecenati, ma in verità non amo essere definito mecenate, ma soltanto un uomo devoto alla bellezza, che a questa ha dedicato tutta la mia vita: bellezza intesa come dono, come condivisione, come etica. Gli artisti? Fanno parte della mia scuderia, che con gli anni si è consolidata. Gli artisti hanno condiviso con me il dono della bellezza, escludendo il concetto di proprietà e seguono fortemente la mia committenza, io ho chiaro lo scopo dell'opera legato all'artista e lavorando insieme si scatena un meccanismo che si rivela poi molto creativo.

F.M. L'arte contemporanea italiana viene raramente associata ad un preciso contesto territoriale esterno ad un museo. Come è avvenuta la scelta del Parco che ospita oggi la Fondazione?A.P. Fiumara d'Arte nasce dal desiderio di fare un omaggio alla Sicilia, a quella Sicilia contemporanea che, scegliendo la via della bellezza, decide di rappresentare l'impegno civile ed estetico dell'uomo con un proprio presidio. Ho deciso di inserire i comuni della Valle dei Nebrodi in una sorta di circuito  d'arte che non fosse costretto entro luoghi definiti, nel chiuso dei musei, subordinato al pagamento di un biglietto e all'orario delle visite. Il mio desiderio era quello di portare l'arte per strada, renderla visibile e accessibile a tutti, farla entrare nel quotidiano di ognuno. Così, mentre una persona guida può voltarsi a guardare il mare e ammirare il Monumento ad un poeta morto di Tano Festa, o più in là l'opera di Consagra. Volevo creare una sorta di contro-museo, unico nel suo genere, che potesse diventare un volano per lo sviluppo turistico ed economico dell'intero comprensorio. I comuni della Fiumara d'Arte, senza aver investito un centesimo, oggi fanno parte di un percorso artistico-culturale che coniuga la bellezza della natura con quella delle opere monumentali.
F.M. Come coniuga la progettualità della Fondazione con esperienze come quella di Librino, a Catania, in collaborazione con la National Geographic Italia?A.P.Il progetto Librino segue un percorso. Il primo importante passo è stato compiuto con la realizzazione della Porta della Bellezza. Diecimila bambini, uniti nel nome di un cambiamento, sono stati autori e artefici di un processo maieutico capace di trasformare una ferita in un'imponente opera artistica e sociale, simbolo di apertura e rinascita. Con il museo fotografico all'aperto Fiumara d'Arte compie un ulteriore passo avanti. Il nostro percorso è iniziato dalle scuole, oggi lavoriamo invece con tutto il quartiere. Il museo fotografico unirà attorno a sé oltre 30.000 persone che daranno volto e anima a Librino e a Catania. Per la prima volta, infatti, sarà proprio Librino a tendere la mano al resto della città, a coinvolgerla nel suo processo di cambiamento. Questo progetto è riuscito ad avvicinare i giovani alla fotografia. Il loro entusiasmo è arrivato fino al National Geographic Italia, che ha offerto il suo supporto tecnico e multimediale a titolo completamente gratuito.

F.M. La Fondazione è aperta a collaborazioni con altri enti preposti alla valorizzazione artistica ambientale? a livello nazionale penso al MACRO o al FAI, ma la domanda é riferita anche al contesto internazionale.
A.P
. La missione della mia Fondazione comprende forti azioni artistiche/culturali che coinvolgono numerosi enti internazionali, come il Festival della fotografia di Arles, Les
périphériques vous parlent di Parigi, La Fête des Lumières di Lione,  Paul Getty Museum,
National Geographic e molti altri.

F.M. Un esempio delle opere di Fiumara è dato dalla "Piramide 38° parallelo". Può raccontarci la storia di quest'opera?A.P.Ho immaginato l'opera come una sorta di ritiro laico, che è poi il senso religioso dell'arte. Un luogo del  pensare individuale, sganciato da qualsiasi rituale codificato o religione costituita. Mi interessava creare un luogo al tempo stesso universale e particolare, dove l'uomo potesse soffermarsi a pensare per interrogarsi, magari, sul senso dell'esistenza: quesito senza risposta, forse, ma tangibile. La fessura sul lato della piramide, per esempio, costituisce un tracciato di illuminazione dell'interno, oscuro, dell'opera, un  percorso di risveglio della coscienza. L'intuizione che ha governato il progetto è quello spigolo frontale al sole: quella fessura attraverso la quale, al tramonto, il sole filtra all'interno. I luoghi stessi ci hanno poi suggerito  elementi diversi di vario senso simbolico. Penso alla scala di accesso alla Piramide anch'essa frontale al sole, o alla spirale interna realizzata con le pietre ferrose del posto, trovate durante lo sbancamento per realizzare le fondamenta dell'opera. Pietre rosse modellate dal mare, che in un tempo remoto arrivava fino al promontorio, quelle stesse pietre sono ora la traccia del percorso della spirale ed  è come se parlassero del passato geologico, ci raccontano un tempo universale, diverso da quello umano.

F.M. La Fondazione é legata alla sua personale passione per l'Arte e la natura, oltre che per la sua terra. Cosa sogna per il futuro del Parco e cosa auspica per il Futuro dell'arte contemporanea ambientale in Italia? A.P. In questi anni il mio è stato un percorso di resistenza, di valore di differenza  e di impegno civile per un territorio siciliano che amo molto. Spero che le istituzioni possano assumere impegni e responsabilità, in nome dello sviluppo, dell'ambiente  e della valorizzazione di territori, che in questo momento hanno gravi problemi economici, culturali, progettuali, come le grandi periferie abbandonate ed emarginate.  In questo momento sento il dovere  di avviare un percorso educativo nelle scuole siciliane, sogno la bellezza e la voglio realizzare con i ragazzi. Ecco perché porto grandi poeti, artisti, fotografi, registi, etc. nelle scuole. In futuro mi piacerebbe condividere progetti artistici  con i Parchi dei Nebrodi e delle Madonie e anche di altre regioni italiane, magari realizzando lì delle altre opere monumentali. Immagino un grande futuribile "Distretto della contemporaneità", con il coinvolgimento anche delle periferie. Attualmente sto lavorando molto per il quartiere di Librino a Catania. La mia idea é quella di creare un "modello Librino" per cambiare il modo di intendere il rapporto fra il centro e la periferia. È un dovere civile quello di assumersi la responsabilità di aver "educato" intere generazioni che, per un'arroganza di potere e ignoranza, sono state formate a chiedere e non a fare. Famiglie, scuole e chiesa  devono educare al fare e non al chiedere. In questo senso anche Librino diventa non un luogo da recuperare, ma da rispettare.

INFORMAZIONI:

Apertura
Tutti i giorni dalla 1 alle 24.
Contatti Via Cesare Battisti 4, 98079 Castel di Tusa (ME).
Tel 0921/334295 o 349/2231802, fax 0921/334283, e-mail: info@ateliersulmare.com stesicorea@interfree.it
http://www.ateliersulmare.com/
Accoglienza Art Hotel Atelier sul Mare.

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