La Cultura non ha confini. Ecco perché parliamo, oggi e in questo blog, di Baghdad. Una città lontana geograficamente, ma è nel cuore di tutti i democratici e i pacifisti, perché è una città che ha sofferto per le colpe di un tiranno (Saddam Hussein) e per l'arroganza dell'imperialismo (i Bush, padre e figlio)
Oggi venaimo a sapere della rinascita del Museo di Baghdad. E' un segnale che ci conforta doppiamente. Dal punto di vista della solidarietà: è il segno di una ripresa della vita civile; e dal punto di vista culturale: è l'evidente ruolo della Cultura nel ricreare il tessuto della convivenza sociale.
''Molte mie opere rappresentano uomini e donne, realizzati con filo di ferro attorcigliato a spirale, a simboleggiare gli iracheni imprigionati nel loro dolore e nei problemi della vita quotidiana. Voglio esprimere così - aggiunge - il senso di instabilità in cui purtroppo è ancora avvolto il nostro Paese'', sostiene lo scultore Riyadh Al-Hendawi all'inaugurazione della sua Mostra.
Link alla notizia di ADNKRONOS:
La riapertura del Museo di baghdad
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