I misteri della gente
laboriosa di Milano!
Come fanno a muoversi, in quel nido d'api dell'Affiche,
Adriano, Alice, Cecilia, Gau, Giovanna, Pascale, Silvano e Veronica? (N. B. :
l'ordine dei nomi è tassativamente alfabetico, anche se in realtà il Direttore
è stato fortunato ed è arrivato primo) Questa domanda mi ronzava in testa
mentre aspettavo che Adriano finisse di congedare un gruppo di clienti.
Ammiravo attorno a me i
quadri ed i manifesti che occupavano ogni angolo, i libri d'arte sui tavoli,
gli scaffali, gli espositori di ogni forma e i lampadari, che sono delle opere
d'arte. Nell'angolo un simil Internet-caffé con un solo tavolino, sovrastato
dal computer, e attorno quattro o cinque sedie. Un caos ordinato, come
l'origine della vita. Ero sbalordito (e positivamente colpito, beninteso; non
c'era nel mio sentimento nessuna invidia) di come i nostri eroi, Adriano
ed i suoi collaboratori, si muovessero abilmente, in quello spazio stracolmo,
quel labirinto che è L’Affice.
L'Affiche, per chi non lo
sa, è una storica Galleria d'Arte di Milano. Nata nel 1980, prima in via
Unione, a due passi da Piazza Duomo, e poi allargata con l'apertura
dell'esposizione in via Nirone, sempre in una zona centralissima, non lontano
da Palazzo Litta. Il suo fondatore e Direttore è Adriano Mei Gentilucci, un
Amico con la A maiuscola. La sua disponibilità verso clienti, visitatori e
artisti, per non parlare della sua generosità, è senza eguali. Sarebbe una nota
stonata in un certo mondo dell'arte, fatto di avidità, egoismo e furberie.
Adriano lo conosco da una vita come personaggio della Milano d'Arte, ma la
nostra conoscenza si è consolidata con il primo acquisto, fatto da me e da
Marcella Meciani (a nome della redazione di Radio Popolare), di un quadro di
Toccafondo, uno degli artisti che hanno esposto a L'Affiche, per un regalo di
matrimonio per due nostri colleghi della radio. Era la prima volta che mi
imbattevo in un mercante d'arte che sprizzasse simpatia. Anche se ad Adriano la
qualifica di "mercante d'arte" non si dovrebbe affibbiare affatto;
lui ci mette passione, dedizione e molto amore per il prossimo. Non posso
dimenticare la sua disponibilità ad ospitare gratuitamente nella sua Galleria
la mostra di "100 illustrazioni per i bambini di Gaza", nel Febbraio
2010. Oltre alla sede centralissima e rinomata, ci ha offerto consigli, lavoro,
pubbliche relazioni, comunicati stampa e per sovrappiù anche il buffet. In una
parola: "E' stato grande!".
La nostra amicizia aveva
anche altri canali nascosti e segreti. Infatti lui è sempre stato un
ascoltatore di Radio Popolare, l'emittente milanese della quale facevo parte.
Eravamo, insomma, a nostra insaputa, due membri di quella strana comunità
solidale che si coagulava nell'etere, diffusa sulle frequenze modulate di RP.
Mercoledì scorso, quando ha sentito la mia voce al telefono, credeva di essere
all'ascolto del Giornale Radio e per un attimo è rimasto spaesato. "Sì,
sì, dai ci vediamo alle 13.00, 13 e un quarto, così andiamo a mangiare qualche
cosa, nella pausa pranzo", ha sentenziato con la sua voce autorevole e
definitiva, senza appello. A tavola ci ha raggiunto anche la nostra comune
amica, Giulia Orecchia, una tra le più note illustratrici italiane e
co-promotrice (insieme ad Emanuela Bussolati) della mostra di solidarietà con i
bambini di Gaza.
Non abbiamo parlato di
affari. La piacevole discussione a tavola ha passato in rassegna temi che vanno
dalla Biennale di Venezia ai progetti futuri di ciascuno di noi. Abbiamo
parlato di viaggi e di eventi da realizzare insieme per la promozione dell'Arte
e per rendere il mondo più bello e amabile.
Visita il canale Youtube della Galleria L'Affiche
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