- La proposta di realizzare un calendario ACM 2014 ( Vedi qui) ha ottenuto un importante consenso e dimostrazioni di interesse. Non soltanto da parte degli artisti aderenti al progetto Alchimia della Bellezza, ma anche di figure professionali di settore. L'amico Mauro di Lapi, proprietario della società di grafica MLD, con interessante esperienza nel settore dei calendari, ci ha comunicato una sua proposta.
- L'idea di Mauro consiste nella realizzazione di un calendario collettivo al quale partecipino 12 artisti, per una tiratura di 1250 coppie, al fine di abbassare i costi unitari.
- Ecco cosa ci scrive:
- "Dopo un'attenta verifica dei costi, ho sviluppato nel dettaglio ciò che abbiamo discusso oggi.
lunedì 30 settembre 2013
Calendario ACM 2014: una proposta di MDL Grafica
domenica 29 settembre 2013
Il "Tindari Terzomillennio" a Melina Tricoli
Oggi, Domenica 29 Settembre 2013, si è svolta a Messina, al Salone delle Bandiere del Comune, la premiazione della 14^ Edizione " PREMIO EUROPEO TINDARI TERZOMILLENNIO" organizzata dalla Federazione Europea Beni Artistici Culturali (F.E.B.A.C.) con il patrocinio della Presidenza Regione Siciliana, del Comune e dell'Università degli Studi di Messina. Il riconoscimento del I° PREMIO ( su 211 partecipanti ) per la sezione pittura con tecnica mista, è stato consegnato alla nostra artista Melina Tricoli. Il presmio è stato consegnato dal Comm. Dr. Roberto Girasa di Modica ( Editore - Giornalista) alla presenza dei Componenti la Giuria e di vari illustri ospiti.
sabato 28 settembre 2013
Capo d'Orlando: "Itinerari Artistici"
E' stata inaugurata Domencia 22 Settembre 2013 la mostra "Itinerari artistici". Si possono ammirare i lavori artistici degli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Capo d'Orlando.
Il prossimo 4 Ottobre alle ore 11.00 si discuteranno le tese di laurea.
Luogo: Pinacoteca Comunale "Tono Zancanaro" via Del Fanciullo, 1 - Capo d'Orlando (Me)
La mostra rimarrà aperta fino al 6 Ottobre 2013
Orario visite: M 09.00-13.00 e P. 15.30 - 19.00
Domenica mattina chiuso
Ingresso gratuito.
giovedì 26 settembre 2013
Stampiamo un Calendario ACM 2014?
Cari amici artisti aderenti al progetto Alchimia della Bellezza,
l'amico Pippo Coci ha lanciato un'idea: "Perché non stampiamo un calendario ACM 2014, con opere degli artisti aderenti?"
L'idea ci aveva accarezzato da diversi anni, ma il bilancio dell'Associazione non ci ha mai permesso di realizzarla. Poi c'è un'altra questione: quali artisti inserire nel calendario, tra i 40 artisti che hanno esposto nella Casa delle Culture in questi tre anni di attività?
Una soluzione però ci sarebbe: fare un calendario personalizzato con le opere di ogni artista disponibile ad autofinanziare l'operazione. In questo modo si potrà realizzare un modello unico di calendario e di volta in volta inserire 12 opere di ciascuno artista che aderisce al progetto, con testi da lui redatti. Più artisti aderiscono, più basso sarà il costo unitario.
Noi stiamo contattando diverse tipografie per chiedere preventivi e valutare la proposta più conveniente.
Ve ne daremo contezza, anche per facilitare la decisione di ciascuno.
Un calendario con le proprie opere è un buon canale di promozione personale, sia che lo si regali, sia che lo si metta in vendita. L'Associazione metterà un certo numero di copie in vendita e il ricavato, tolte le spese di stampa, sarà diviso equamente tra l'artista e l'ACM, 50% a ciascuna parte.
Gli artisti interessati possono scrivere a ass.cult.mediterraneo@katamail.com
oppure telefonare ai numeri:
Cellulare 339.8599708
Tel. 0941.730053
Siamo a disposizione di tutti e vi riceviamo volentieri nella nostra sede, per discutere i vari aspetti dell'iniziativa e, eventualmente, apportare le modifiche suggerite.
Cordialmente.
Ing. Farid Adly
presidente ACM
l'amico Pippo Coci ha lanciato un'idea: "Perché non stampiamo un calendario ACM 2014, con opere degli artisti aderenti?"
L'idea ci aveva accarezzato da diversi anni, ma il bilancio dell'Associazione non ci ha mai permesso di realizzarla. Poi c'è un'altra questione: quali artisti inserire nel calendario, tra i 40 artisti che hanno esposto nella Casa delle Culture in questi tre anni di attività?
Una soluzione però ci sarebbe: fare un calendario personalizzato con le opere di ogni artista disponibile ad autofinanziare l'operazione. In questo modo si potrà realizzare un modello unico di calendario e di volta in volta inserire 12 opere di ciascuno artista che aderisce al progetto, con testi da lui redatti. Più artisti aderiscono, più basso sarà il costo unitario.
Noi stiamo contattando diverse tipografie per chiedere preventivi e valutare la proposta più conveniente.
Ve ne daremo contezza, anche per facilitare la decisione di ciascuno.
Un calendario con le proprie opere è un buon canale di promozione personale, sia che lo si regali, sia che lo si metta in vendita. L'Associazione metterà un certo numero di copie in vendita e il ricavato, tolte le spese di stampa, sarà diviso equamente tra l'artista e l'ACM, 50% a ciascuna parte.
Gli artisti interessati possono scrivere a ass.cult.mediterraneo@katamail.com
oppure telefonare ai numeri:
Cellulare 339.8599708
Tel. 0941.730053
Siamo a disposizione di tutti e vi riceviamo volentieri nella nostra sede, per discutere i vari aspetti dell'iniziativa e, eventualmente, apportare le modifiche suggerite.
Cordialmente.
Ing. Farid Adly
presidente ACM
mercoledì 25 settembre 2013
Intervento di Pietro Cordici: "Chi è l'artista, Oggi?"
Durante l'incontro del 7 Settembre 2013 alla Sala Consialire di Acquedolci è intervenuto l'amico Pietro Cordici, con un discorso interessante sulla questione "Chi è l'artista, Oggi?", mettendo giustamente l'accento sulla tematica dell'inquinamento dei valori dell'arte con le intrusioni del mercato. La deriva che veniva derisa efficacemente da Andy Warhol, quando disse: "Un buon affare è la miglior opera d'arte".
Eccovi il testo dell’intervento di Pietro Cordici:
(foto di Benedetta Ziino)
"Chi è l’artista oggi?
L’arte del nostro tempo, se non viene vissuta come un fatto necessario
dal pubblico, rischia di limitarsi ad essere una serie di oggetti. Il pericolo
è che gli artisti continuino da soli il loro cammino ideativo, con il rischio
di perdersi dietro al solo problema della “creatività”. Il pubblico, poi,
potrebbe prendere la deriva di inseguire unicamente la moda del giorno. Il
punto di incontro tra l’artista e il pubblico deve essere il dialogo. Un
confronto intenso che produca un’autentica emozione che spinga l’osservatore a
riconoscere qualcosa nell'opera. Cioè non solo capirla ma anche a viverla.
Bisogna scegliere se essere felici o essere artisti. Se essere nella
vita o essere nell'arte L’arte vuole più che dedizione, vuole tutto il nostro
essere.
Per definirsi artisti, sentirsi fuori posto aiuta ma non basta. Fuori
posto bisogna proprio starci, non soltanto sentirsi. Anche al costo di trovarsi
“incompresi”.
L’arte chiede all'artista un sacrificio immane. L’arte può anche essere
una vocazione, ma è comunque una scelta, non credo che Van Gogh poteva tirarsi
indietro. L’artisti si immola per l’umanità. Guarda Van Gogh Gallery
L’artista va trattato con rispetto, di lui dobbiamo essere orgogliosi.
Ha avuto un coraggio, che pochi hanno davvero: allontanarsi di un passo per
riunirci tutti nel suo sguardo.
L’artista è colui che merita onori e successo, perché a lui onore e
successo sono indifferenti. A lui interessa solo una cosa: l’arte per cui vive
(senza recitare di fare i pittori e che pertanto realizzano ottimamente i
lavori nell'arte Non essendo scienziati, i creatori hanno tutto il tempo di
gestirsi, attraverso il sistema dell’arte, senza essere sfruttati, i molti
artisti per il bisogno di visibilità in quanto tale il sistema non riesce a
capirli).
Dopo la prima e la seconda guerre mondiali, il centro dell’arte sono
New York e Mosca, dove sono nate prestigiose istituzioni artistiche pubbliche e
private. Quindi, Londra, Parigi, Vienna e Berlino non sono più le capitali
culturali".
lunedì 23 settembre 2013
Santiago: murales in ricordo di Victor Jara
Il servizio della BBC (in inglese)
Nella città di Santiago del Cile, è stato inaugurato un murales lungo 200 metri per commemorare il 40° anniversario dell'assassinio del popolare cantautore cileno, ucciso dai generali golpisti guidati da Pinochet.
Il murales è stato realizzato da centinaia di volontari.
Per chi non conosce Victor Jara, non c'è miglior cosa che ascoltare la sua musica:
Per chi intende approfondire la conoscenza, ecco un link
Nella città di Santiago del Cile, è stato inaugurato un murales lungo 200 metri per commemorare il 40° anniversario dell'assassinio del popolare cantautore cileno, ucciso dai generali golpisti guidati da Pinochet.
Il murales è stato realizzato da centinaia di volontari.
Per chi non conosce Victor Jara, non c'è miglior cosa che ascoltare la sua musica:
Per chi intende approfondire la conoscenza, ecco un link
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domenica 22 settembre 2013
Di chi è questo quadro?
Chi è l'artista autore di questo quadro?
Vi posso dire soltanto che, per molti anni, le sue opere ricevettero pesantissime critiche: fu solo alla fine della sua vita che cominciò ad essere apprezzato come artista.
Sapete chi è?
Scrivete il nome nei commenti.
Wikipedia di lui scrive:
Vi posso dire soltanto che, per molti anni, le sue opere ricevettero pesantissime critiche: fu solo alla fine della sua vita che cominciò ad essere apprezzato come artista.
Sapete chi è?
Scrivete il nome nei commenti.
Wikipedia di lui scrive:
"Pittore e scultore. Figlio di immigrati ebrei russi, negli anni trenta dipinse le sue prime opere, in stile espressionista. Deluso dai risultati, si avvicinò al surrealismo, entrando in contatto con altri artisti di New York, tra cui Mark Rothko, William Baziotes e Robert Motherwell. Fu grazie a queste amicizie che lui si legò all'espressionismo astratto, sviluppando uno stile che si distaccava nettamente dalla arte europea contemporanea; in particolare, questo gruppo di artisti si avvicinò al color field painting, che si contrapponeva all'action painting.
Morì a New York per un infarto il 4 luglio 1970".
Il quadro raffigurato qui sopra è stato venduto all'asta, lo scorso Maggio 2013, a 43,8 milioni di dollari, corrispondenti a 34 milioni di €. L'acquirente è risultata l'italiana Mariuccia Prada.
La notizia sul Corriere della Sera
L'artista che ha disegnato questa opera è: Barnett Newman.
Il quadro raffigurato qui sopra è stato venduto all'asta, lo scorso Maggio 2013, a 43,8 milioni di dollari, corrispondenti a 34 milioni di €. L'acquirente è risultata l'italiana Mariuccia Prada.
La notizia sul Corriere della Sera
L'artista che ha disegnato questa opera è: Barnett Newman.
sabato 21 settembre 2013
Atelier sul Mare: Equinozio d'Autunno
Ferve l’attesa per la seconda edizione del Festival Nazionale di Archeoastronomia “Pietre e stelle 2013” Equinozio 2013 in programma per sabato, 21 settembre, nell'incantevole parco della Fondazione Fiumara d’Arte.
Un evento che non mancherà di affascinare il pubblico presente, trasportandolo verso un viaggio alla scoperta dei segreti delle antiche civiltà, e lasciarsi ammaliare dai paesaggi sacri al confine tra cielo e terra seguendo le pietre ancestrali.
Il programma prevede conferenze, gite guidate alle opere artistiche della Fiumara d'Arte ed alla Piramide di Staccioli (Motta d'Affermo), mostre (Mostra espositiva itinerante di pitture, sculture e installazioni "I Musei" di Alessandra Lanese e “Le Icone Musealizzate” di Antonello Arena) e spettacoli.
La kermesse si concluderà domenica 22 settembre, serata in cui si celebra anche l’equinozio, nella splendida valle Halesa dove insieme alla Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti, si festeggerà l’arrivo della stagione autunnale. PROGRAMMA :: SABATO 21 settembre 2013 - arrivo altri ospiti in giornata - ore 9:00, visita Sculture Parco Fiumara d’Arte ( “La finestra Sul Mare” di Tano Festa - “La Materia poteva non esserci” di Pietro Consagra ) - ore 12:30, visita stanze d’autore del Museo-Albergo Atelier sul Mare - ore 17:30, apertura e visita “Piramide 38° parallelo” di Mauro Staccioli, - ore 18:30, performance musicali ed artistiche: Sandro Dieli: Attore, Regista e Direttore Artistico Teatro Appartamento Patrizia D'Antona - Attrice - ore 19:30, osservazione al telescopio curata dal Prof. Piero Romano ( docente di matematica e fisica, del liceo Scientifico di Giarre) - ore 21:00, cena e pernottamento :: DOMENICA 22 settembre 2013 - ore 9:00, visita agli scavi archeologici di Halaesa - ore 11:00, Inaugurazione della Mostra espositiva itinerante di pitture, sculture e installazioni I Musei” di Alessandra Lanese e “ Le Icone Musealizzate” di Antonello Arena - ore 13/14, pranzo nel Museo-Albergo ( facoltativo) - ore 17:30, Convegno sul tema “ Il Cielo degli Antichi: dagli Egizi a Galilei” - ore 17:45, Antonio Presti, Presidente Fondazione Fiumare d’Arte “Arte, Cielo e Terra” - ore 18:15, Prof.ssa Stefania Sofra, Archeologa “ Stelle e Divinità nell’Antico Egitto” - ore 19:00, Dott. Andrea Orlando, Astrofisico, “ L’Astronomia nel Medioevo” - ore 19:45, Prof. Piero Romano, Fisico “ Le Osservazioni di Galileo con l’occhiale e le nuove tecnologie” INFO E PRENOTAZIONI: ATELIER SUL MARE Via Cesare Battisti, 4 – 98070 Castel di Tusa (Me)-Italia Tel. +39.0921.334295 –fax +39.0921334283 info@ateliersulmare.it www.ateliersulmare.it |
Un servizio di Rai3 ducational su Fiumara d'Arte
venerdì 20 settembre 2013
Appunti milanesi 4: la febbre dei Murales di "EscoAdIsola"
L'Associazionismo è ricchezza per la convivenza sociale ed è un fattore di crescita culturale. Questa affermazione la si vive passando nei sotterranei della stazione Garibaldi di Milano, che portano verso il quartiere Isola. Una zona un tempo degradata e triste, che adesso ha cambiato volto, grazie ad un progetto artistico promosso dall'Associazione Nuova Acropoli, in collaborazione con molte istituzioni e partner, pubblici e privati. Il progetto di vivibilità del quartiere è denominato "Esco Ad Isola"
L'idea è molto semplice: sfruttare le pareti dei sotterranei per realizzare murales, a cura delle scuole d'arte e di artisti volontari.
Ne è uscito uno spazio rinnovato e gioioso.
Il sito del progetto
E' un lavoro su scala industriale rispetto all'impegno che abbiamo intrapreso l'anno scorso con la restaurazione/rifacimento di Dino Sauro e che quest'anno alcuni artisti (Mario Falci, Ben Ventrua e Adolfo Susio + altri...) hanno proseguito autonomamente.
giovedì 19 settembre 2013
Intervento di Aldo Zisa: "Chi è l'Artista, oggi?"
Chi è
l’artista oggi?
Bella domanda.
Ogni giorno ho una risposta diversa, mai la stessa.
Qual è il
ruolo di un artista nella società d’oggi ?
Per questa
domanda ho le idee un po’ più chiare dalla prima.
Per un
paesaggista come me è anche promuovere l’immagine di un paese o di una città
attraverso la realizzazione di mostre che la raffigurano. Rappresentare
monumenti architettonici di centri minori può essere la strada da percorrere
per la necessaria riappropriazione delle comuni radici storiche e culturali.
Il ruolo di un
artista nel territorio è anche diffondere cultura e creatività artistica
attraverso il confronto di diverse esperienze.
La
condivisione d’esperienze, tecniche e linguaggi espressivi da parte di diversi
artisti è il punto di partenza per dare
vita ad un movimento in grado di sviluppare una nuova tendenza artistica è
segnare il tempo.
Ma per
condividere, o litigare , occorre ritrovarsi, e per questo occorre un diverso
approccio culturale tra le istituzioni e gli artisti.
Nell'ultimo ventennio in Italia sono stati utilizzati fiumi di denaro pubblico per il
recupero-restauro di monasteri, conventi diroccati e palazzi nobiliari e la
loro trasformazione in strutture ricettive culturali. Dalle grandi città ai
piccoli centri tanti Enti pubblici hanno usufruito di finanziamenti comunitari
per la valorizzazione architettonica del proprio territorio. Ma c’è da
chiedersi quante di queste strutture sono fruibili, funzionali e utilizzate per
la loro destinazione. Molte rimangono chiuse e pronte per essere nuovamente
restaurate. Quante di queste strutture sono a disposizioni di talenti e giovani
artisti ?
Ma ritorniamo
alla prima domanda. Chi è l’artista oggi ?
Oggi ( 16.09.
2013 ) mi piace ricordare Charles Aznavour un grande della chanson che ha venduto
oltre 100 milioni di dischi nel mondo.
Lui un
“artista della musica” ha registrato nel 1966 uno dei brani più celebri “La Bohème ” che racconta di un “artista pittore “… e fa così :
"Io vi parlo di un tempo che in questo momento non ha più valore
Vi parlo di Montmartre, dei fiori di lillà sbocciati alle finestre
Della nostra stanza colma di speranza e di un grande amore
Pittore vuole dire e poco da mangiare, ma lei non pianse mai...
La boheme, la boheme, era la nostra felicità
La boheme, la boheme, era la nostra bella età.
E nei caffè vicini, eravamo qualcuno che aspettava la gloria
Dei poveri si sa ma a dir la verità, ci credevamo tanto
Tanto che una tela poi si trasformava in un pasto caldo
E tutto senza un soldo intorno ad un camino, l'inverno non c'è più...
Vi parlo di Montmartre, dei fiori di lillà sbocciati alle finestre
Della nostra stanza colma di speranza e di un grande amore
Pittore vuole dire e poco da mangiare, ma lei non pianse mai...
La boheme, la boheme, era la nostra felicità
La boheme, la boheme, era la nostra bella età.
E nei caffè vicini, eravamo qualcuno che aspettava la gloria
Dei poveri si sa ma a dir la verità, ci credevamo tanto
Tanto che una tela poi si trasformava in un pasto caldo
E tutto senza un soldo intorno ad un camino, l'inverno non c'è più...
La boheme, la boheme, vuol dire vivere così
La boheme, la boheme, amare tutti e dire sì.
Molto spesso accadeva che al mio cavalletto, io passavo la notte
E disegnavo te che stavi lì per me, per ore ed ore intere
E poi alla mattina, morti si stanchezza, ci trovava il sole
E scendevamo insieme, tutti e due felici, a bere un buon caffé...
La boheme, la boheme, aver vent'anni insieme a lei
La boheme, la boheme, non l'ho rivista propriomai
Quando un giorno per caso, mi trovai a passare davanti ad una
casa
La casa di Montmartre, non vedo più i lillà e tutto sembra triste
La boheme, la boheme, amare tutti e dire sì.
Molto spesso accadeva che al mio cavalletto, io passavo la notte
E disegnavo te che stavi lì per me, per ore ed ore intere
E poi alla mattina, morti si stanchezza, ci trovava il sole
E scendevamo insieme, tutti e due felici, a bere un buon caffé...
La boheme, la boheme, aver vent'anni insieme a lei
La boheme, la boheme, non l'ho rivista proprio
Quando
La casa di Montmartre, non vedo più i lillà e tutto sembra triste
E sopra quella scala, non passa più una tela, ora é tutto
nuovo...
Io sono un gran signore che muore di dolore e che non piangemai
La boheme, la boheme, sento una voce e penso a lei
La boheme, la boheme, indietro non si torna mai..."
Io sono un gran signore che muore di dolore e che non piange
La
La boheme, la boheme, indietro non si torna mai..."
Cosa
è cambiato dal 1966 ad oggi ? La
sperimentazione, le tecniche di pittura e la ricerca di nuovi linguaggi
certamente. Per il resto ben poco, come diceva Aznavour:
<<<
Pittore vuol dire poco da mangiare ma tanta felicità >>>>.
Aldo Zisa
Appunti milanesi 3: la Sicilia nell'obiettivo di Stern
Oggi, 19 Settembre 2013, è stata inaugurata alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese, a Milano, una mostra fotografica dedicata al bianco e nero di un grande fotografo, Phil Stern. “Phil Stern. Sicily 1943”, curata da Ezio Costanzo con una ricerca all'Imperial War Museum di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, illustra su grandi tavole i diversi momenti di una delle più imponenti operazioni della seconda guerra mondiale, lo sbarco americano in Sicilia. Al comando di Patton (VII Armata Usa) e Montgomery (VIII Armata britannica) nelle prime ore del 10 luglio 1943 sbarcarono sull'isola 160 mila soldati anglo-americani. La conquista dell’isola non sarà una semplice passeggiata per gli anglo-americani che lasceranno sul campo oltre 5 mila morti in soli 38 giorni. Tra l’altro fu ferito lo stesso Stern, che ricevette anche una decorazione di guerra.
La mostra milanese rimarrà aperta al pubblico fino al 24 ottobre 2013. Ingresso gratuito.
La mostra, fino al giorno 8 Settembre, era esposta ad Acireale, presso la Galleria Credito Siciliano
Piazza Duomo, 12 - Acireale.
Dalla Cartella Stampa:
Giusto settant’anni dopo l’avvio dell’Operazione Husky che portò le truppe alleate a conquistare la Sicilia, la Galleria Credito Siciliano, ad Acireale, propone una grande mostra in cui lo Sbarco rivive nelle immagini del celebre fotografo statunitense Phil Stern.
La mostra milanese rimarrà aperta al pubblico fino al 24 ottobre 2013. Ingresso gratuito.
La mostra, fino al giorno 8 Settembre, era esposta ad Acireale, presso la Galleria Credito Siciliano
Piazza Duomo, 12 - Acireale.
info
- Galleria Gruppo Credito Valtellinese
- corso Magenta 59
- Milano
- Contatti:02.48.00.80.15 - http://www.creval.it/gallerie/gr_index.htm
- Quando:
da lunedì a venerdì 10.00 – 19.30
sabato 9.00 – 12.00
chiuso domenica – INGRESSO LIBERO
Fino al 24 Ottobre 2013.
chiuso domenica – INGRESSO LIBERO
Fino al 24 Ottobre 2013.
Dalla Cartella Stampa:
Giusto settant’anni dopo l’avvio dell’Operazione Husky che portò le truppe alleate a conquistare la Sicilia, la Galleria Credito Siciliano, ad Acireale, propone una grande mostra in cui lo Sbarco rivive nelle immagini del celebre fotografo statunitense Phil Stern.
La mostra offre l’opportunità a Stern, oggi 92 enne, di tornare sui luoghi da lui raccontati nel 1943 e questo suo viaggio nel tempo, le impressioni a settanta anni di distanza saranno oggetto di un documentario curato da Ezio Costanzo per la regia di Filippo Arlotta.
La mostra “Phil Stern. Sicily 1943” è curata da Ezio Costanzo con una ricerca dall’Imperial War Museum di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra.
La mostra “Phil Stern. Sicily 1943” è curata da Ezio Costanzo con una ricerca dall’Imperial War Museum di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra.
Attraverso le potenti immagini di Stern e quelle di taglio documentario dall’Imperial War Museum rivivono i diversi momenti di quella che è stata una delle più imponenti operazioni della seconda guerra mondiale.
Al comando di Patton (VII Armata Usa) e Montgomery (VIII Armata britannica) nelle prime ore del 10 luglio 1943 sbarcarono sull’isola 160 mila soldati anglo-americani.
Le truppe americane raggiungono Gela, Scoglitti e Licata, mentre le truppe britanniche occupano il litorale sud orientale dell’isola, tra Marzamemi e Siracusa.
La difesa della Sicilia è affidata a 220 mila soldati italiani e a 30 mila tedeschi.
Il 22 luglio Patton conquista Palermo e il 17 agosto raggiunge Messina, ultima meta dell’Operazione Husky.
La conquista dell’isola non sarà una semplice passeggiata per gli anglo-americani che lasceranno sul campo oltre 5000 morti in soli 38 giorni.
Le truppe americane raggiungono Gela, Scoglitti e Licata, mentre le truppe britanniche occupano il litorale sud orientale dell’isola, tra Marzamemi e Siracusa.
La difesa della Sicilia è affidata a 220 mila soldati italiani e a 30 mila tedeschi.
Il 22 luglio Patton conquista Palermo e il 17 agosto raggiunge Messina, ultima meta dell’Operazione Husky.
La conquista dell’isola non sarà una semplice passeggiata per gli anglo-americani che lasceranno sul campo oltre 5000 morti in soli 38 giorni.
Il 3 settembre, a Cassibile (Sr) l’Italia firma l’armistizio (reso pubblico alla radio l’8 settembre dal generale Badoglio) con gli Alleati che sancisce la resa incondizionata.
La mostra prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese è certamente una rilettura di una pagina di storia siciliana e italiana ma è anche una grande mostra di fotografia. È la prima ampia monografica dedicata a Phil Stern “fotografo di guerra”. Viene infatti presentato un aspetto tra i meno noti della sua produzione fotografica con il quale ha iniziato la carriera.
Maestro del bianco e nero, Stern è celebre per i ritratti dedicati ai grandi divi dello star system americano. Sue sono molte delle più intense immagini di James Dean, di cui fu amico personale, e di Marilyn Monroe, così come di Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, degli altri grandi del jazz o di Frank Sinatra.
Era il fotografo che “si trovava sempre al posto giusto al momento giusto” e che in più sapeva creare un’empatia intesa con il soggetto fotografato, catturandone immagine e vezzi sempre con garbo e ironia. Spesso il suo è un lavoro dietro le quinte, che umanizza il soggetto, lo avvicina al lettore.
Era il fotografo che “si trovava sempre al posto giusto al momento giusto” e che in più sapeva creare un’empatia intesa con il soggetto fotografato, catturandone immagine e vezzi sempre con garbo e ironia. Spesso il suo è un lavoro dietro le quinte, che umanizza il soggetto, lo avvicina al lettore.
Stern, discendente da ebrei russi immigrati negli States, cresce nel Bronx. La sua carriera, non ancora conclusa, inizia con le collaborazioni a Friday e poi a Life, Collier’s, Look. Quindi il lavoro per il cinema e la collaborazione con Orson Welles in Citizen Kane.
Nel ’41, Stern parte per il fronte; volontario in nord Africa viene ferito in Tunisia. Come corrispondente di guerra per la rivista delle forze armate Usa segue lo sbarco in Sicilia dove è ferito e a seguito di questo riceve, con il rimpatrio, una decorazione di guerra. Anche nelle foto sui diversi campi di battaglia, Stern conserva la propria freschezza d’autore. Alla necessaria ufficialità accompagna la capacità di racconto di umanità viva e vera. Non dissimilmente da quanto faceva nei set delle grandi produzioni hollywoodiane.
Accanto a 70 immagini di Stern in grande formato, a documentare il periodo che va dalla notte tra il 9 e il 10 luglio, data di avvio dello sbarco, all’annuncio dell’Armistizio italiano dell’8 settembre (date non a caso scelte come data di inizio e conclusione della mostra) sarà allestito un video slideshow - documentario a cura di Carmelo Nicosia responsabile del dipartimento di Fotografia e Video dell’Accademia di Belle Arti di Catania, che darà allo spettatore un’idea di alcuni dei luoghi dello Sbarco. Ulteriori 100 immagini, provenienti dagli archivi dell’Imperial War Museum di Londra, scattate dai combat cameraman nel corso dell’invasione dell’Isola, concluderanno il percorso della mostra dedicata a Phil Stern.
Appunti milanesi 2: "L'Affiche", un gioiellino di una Galleria d'Arte
I misteri della gente
laboriosa di Milano!
Come fanno a muoversi, in quel nido d'api dell'Affiche,
Adriano, Alice, Cecilia, Gau, Giovanna, Pascale, Silvano e Veronica? (N. B. :
l'ordine dei nomi è tassativamente alfabetico, anche se in realtà il Direttore
è stato fortunato ed è arrivato primo) Questa domanda mi ronzava in testa
mentre aspettavo che Adriano finisse di congedare un gruppo di clienti.
Ammiravo attorno a me i
quadri ed i manifesti che occupavano ogni angolo, i libri d'arte sui tavoli,
gli scaffali, gli espositori di ogni forma e i lampadari, che sono delle opere
d'arte. Nell'angolo un simil Internet-caffé con un solo tavolino, sovrastato
dal computer, e attorno quattro o cinque sedie. Un caos ordinato, come
l'origine della vita. Ero sbalordito (e positivamente colpito, beninteso; non
c'era nel mio sentimento nessuna invidia) di come i nostri eroi, Adriano
ed i suoi collaboratori, si muovessero abilmente, in quello spazio stracolmo,
quel labirinto che è L’Affice.
L'Affiche, per chi non lo
sa, è una storica Galleria d'Arte di Milano. Nata nel 1980, prima in via
Unione, a due passi da Piazza Duomo, e poi allargata con l'apertura
dell'esposizione in via Nirone, sempre in una zona centralissima, non lontano
da Palazzo Litta. Il suo fondatore e Direttore è Adriano Mei Gentilucci, un
Amico con la A maiuscola. La sua disponibilità verso clienti, visitatori e
artisti, per non parlare della sua generosità, è senza eguali. Sarebbe una nota
stonata in un certo mondo dell'arte, fatto di avidità, egoismo e furberie.
Adriano lo conosco da una vita come personaggio della Milano d'Arte, ma la
nostra conoscenza si è consolidata con il primo acquisto, fatto da me e da
Marcella Meciani (a nome della redazione di Radio Popolare), di un quadro di
Toccafondo, uno degli artisti che hanno esposto a L'Affiche, per un regalo di
matrimonio per due nostri colleghi della radio. Era la prima volta che mi
imbattevo in un mercante d'arte che sprizzasse simpatia. Anche se ad Adriano la
qualifica di "mercante d'arte" non si dovrebbe affibbiare affatto;
lui ci mette passione, dedizione e molto amore per il prossimo. Non posso
dimenticare la sua disponibilità ad ospitare gratuitamente nella sua Galleria
la mostra di "100 illustrazioni per i bambini di Gaza", nel Febbraio
2010. Oltre alla sede centralissima e rinomata, ci ha offerto consigli, lavoro,
pubbliche relazioni, comunicati stampa e per sovrappiù anche il buffet. In una
parola: "E' stato grande!".
La nostra amicizia aveva
anche altri canali nascosti e segreti. Infatti lui è sempre stato un
ascoltatore di Radio Popolare, l'emittente milanese della quale facevo parte.
Eravamo, insomma, a nostra insaputa, due membri di quella strana comunità
solidale che si coagulava nell'etere, diffusa sulle frequenze modulate di RP.
Mercoledì scorso, quando ha sentito la mia voce al telefono, credeva di essere
all'ascolto del Giornale Radio e per un attimo è rimasto spaesato. "Sì,
sì, dai ci vediamo alle 13.00, 13 e un quarto, così andiamo a mangiare qualche
cosa, nella pausa pranzo", ha sentenziato con la sua voce autorevole e
definitiva, senza appello. A tavola ci ha raggiunto anche la nostra comune
amica, Giulia Orecchia, una tra le più note illustratrici italiane e
co-promotrice (insieme ad Emanuela Bussolati) della mostra di solidarietà con i
bambini di Gaza.
Non abbiamo parlato di
affari. La piacevole discussione a tavola ha passato in rassegna temi che vanno
dalla Biennale di Venezia ai progetti futuri di ciascuno di noi. Abbiamo
parlato di viaggi e di eventi da realizzare insieme per la promozione dell'Arte
e per rendere il mondo più bello e amabile.
Visita il canale Youtube della Galleria L'Affiche
mercoledì 18 settembre 2013
Appunti milanesi: quando incontri un artista messinese a Milano
Ha in comune con i miei due gemelli la data di nascita, il 14 Febbraio.
L'appuntamento era davanti al Museo del Novecento tra piazza Duomo e piazza Diaz, a Milano. Sono in leggero ritardo a causa del prolungarsi di un impegno precedente e di incontri casuali con vecchi amici lontani. Non ci conoscevamo, ma in realtà ci siamo già visti; e questo lo scopriremo soltanto dopo.
L'amico che ci ha fatto conoscere è Domenico Siracusano, un attivista del mondo culturale e politico della città di Messina. Con il nostro protagonista, però, ci legano molte cose: il lavoro culturale, l'amore per la Sicilia, una vita a Milano e soprattutto la profonda dedizione al volontariato e alla promozione dell'arte.
Lui è Michele Cannaò, milanese, di origine messinese. Per conoscerlo meglio vi segnalo il suo sito:
Il sito dell'artista
Camminando sotto i portici della galleria, in compagnia di Abdelhadi, un caro amico libico, ho visto un signore con baffi e pizzetto che armeggiava con il cellulare. Stava cercando di capire chi sia, tra la folla che occupava l'ingresso del Museo del Novecento, la persona con la quale si doveva incontrare. L'ho anticipato chiedendogli se fosse Michele e sul suo viso si è aperto un sorriso che soltanto noi mediterranei sappiamo esprimere. Strette di mani e presentazioni e ci avviamo al Bar di Palazzo Marino per una chiacchierata sui nostri progetti comuni: Museo del fango, Alchimia della Bellezza, Casa delle Culture, ARCI e l'operazione di mutuo soccorso che metterà in collegamento i Nebrodi, l'Associazione Culturale Punto Rosso e Gaza.
Scopro che Michele Cannaò non è soltanto un operatore culturale, ma è lui stesso un artista.
L'appuntamento era davanti al Museo del Novecento tra piazza Duomo e piazza Diaz, a Milano. Sono in leggero ritardo a causa del prolungarsi di un impegno precedente e di incontri casuali con vecchi amici lontani. Non ci conoscevamo, ma in realtà ci siamo già visti; e questo lo scopriremo soltanto dopo.
L'amico che ci ha fatto conoscere è Domenico Siracusano, un attivista del mondo culturale e politico della città di Messina. Con il nostro protagonista, però, ci legano molte cose: il lavoro culturale, l'amore per la Sicilia, una vita a Milano e soprattutto la profonda dedizione al volontariato e alla promozione dell'arte.
Lui è Michele Cannaò, milanese, di origine messinese. Per conoscerlo meglio vi segnalo il suo sito:
Il sito dell'artista
Camminando sotto i portici della galleria, in compagnia di Abdelhadi, un caro amico libico, ho visto un signore con baffi e pizzetto che armeggiava con il cellulare. Stava cercando di capire chi sia, tra la folla che occupava l'ingresso del Museo del Novecento, la persona con la quale si doveva incontrare. L'ho anticipato chiedendogli se fosse Michele e sul suo viso si è aperto un sorriso che soltanto noi mediterranei sappiamo esprimere. Strette di mani e presentazioni e ci avviamo al Bar di Palazzo Marino per una chiacchierata sui nostri progetti comuni: Museo del fango, Alchimia della Bellezza, Casa delle Culture, ARCI e l'operazione di mutuo soccorso che metterà in collegamento i Nebrodi, l'Associazione Culturale Punto Rosso e Gaza.
Scopro che Michele Cannaò non è soltanto un operatore culturale, ma è lui stesso un artista.
Michele Cannaò espone alla Biennale di Venezia
Una discussione che si dirama in diverse dimensioni, dalla solidarietà alle amicizie comuni, dalle esperienze di promozione dell'arte al volontariato, dalla felicità per la vittoria di Accorinti, nelle ultime elezioni di Messina, alle opportunità di collaborazione...
Ci siamo lasciati con la promessa di non perderci di vista e di preparare altri proficui incontri tra non molto tempo.
La vita è fatta di incontri. Michele mi ha chiamato poco dopo che ci siamo lasciati, per chiedermi se ero presente alla mostra di Togo, al Castello di Sant'Agata Militello, Agosto 2012. "Certo", è stata la mia risposta. "Ecco dove ci siamo visti per la prima volta! Mi scervellavo per capire dove ci eravamo già incontrati, perché il tuo volto mi era noto".
Ecco la foto di Cannaò, Togo, Cordici e Angela Manganaro al Castello Gellego Agosto 2012
Svelato un mistero. Le vie dell'Arte sono infinite!
La vita è fatta di incontri. Michele mi ha chiamato poco dopo che ci siamo lasciati, per chiedermi se ero presente alla mostra di Togo, al Castello di Sant'Agata Militello, Agosto 2012. "Certo", è stata la mia risposta. "Ecco dove ci siamo visti per la prima volta! Mi scervellavo per capire dove ci eravamo già incontrati, perché il tuo volto mi era noto".
Ecco la foto di Cannaò, Togo, Cordici e Angela Manganaro al Castello Gellego Agosto 2012
Svelato un mistero. Le vie dell'Arte sono infinite!
sabato 14 settembre 2013
L'artigianato artistico dei Nebrodi espone a Giardini Naxos
La ditta Lo Pinto Marmi di Sant'Agata Militello lavora il marmo coniugando le tecniche più avanzate del settore all'artigianato artistico. L'attività peculiare della ditta santagatese è stata premiata con la selezione di una 40 di opere prodotte in una mostra specializzata a Giardini Naxos, che si apre Domenica 15 Settembre 2013.
Matteo Lo Pinto, proprietario della ditta, spiega che "Il nostro lavoro è una sintesi tra tradizionali macchinari meccanici e moderne applicazioni informatiche; al risultato ottenuto si aggiunge la mano dell'artigiano che affina il lavoro rozzo della macchina. Oltre alla levigazione e aggiunta dei particolari, - ci racconta Matteo - l'artigiano applica un minuzioso lavoro di intarsio di piccoli pezzi di marmo di vari colori, da rendere la lastra finita una vera e propria opera d'arte".
Grazie a questa specializzazione, la ditta Lo Pinto ha retto alla crisi del settore e si vanta di aver mantenuto i precedenti livelli occupazionali. Un esempio di eccellenza che è stato premiato dagli enti regionali e nazionali di promozione delle attività produttive del settore.
venerdì 13 settembre 2013
Il maestro Silvio Benedetto a Sant'Agata Militello
"Ci sono delle persone che quando li incontri per la prima volta ti trasmettono una immensa simpatia, come se tu le avesse conosciute da una vita". E' questo il pensiero che ho vissuto mentre chiacchieravo al ristorante in compagnia del maestro Silvio Benedetto. A tavola c'erano Silvia, Ettore Merlino e Giuseppe Rizzo. Un incontro fortuito, organizzato all'ultima momento da Ettore. L'idea iniziale era di organizzare una conferenza sull'arte, con relatore lo stesso maestro Silvio, ma i tempi ristretti non ce lo hanno permesso. L'idea è soltanto rinviata. Si potrebbe realizzare il prossimo mese di Ottobre, con una performance artistica che coniugherebbe immagini, video, disegno dal vivo e parola. Sarebbe un ritorno nella nostra zona dei Nebrodi dopo 35 anni. Benedetto, infatti, ha esposto nel lontano 1978 alla Galleria d'arte "Il Capitello" di Sant'Agata Militello, un evento organizzato dall'allora giovane pittore Pietro Cordici insieme all'architetto Giuseppe Camarda.
Sorseggiando un bicchiere di vino, la nostra discussione si è infilata in mille meandri, tutti però che partivano o finivano nel tema della creatività. Raccontare e raccontarsi, nell'arco di due ore, apre finestre ignote che ti fanno conoscere, di volta in volta, un tassello di un grande mosaico. E' stato un bellissimo gioco di rimandi, di ricordi e aneddoti di vita, che ci siamo scambiati noi cinque, concluso poi con un caffè e la trasferta nello studio Linee d'Ombra di Ettore Merlino a sfogliare gli oli su carta del maestro, le sue marine e le sue tele rievocanti leggende antiche o memorie personali. Mi ha colpito in particolare un ritratto di una ragazza. Linee semplici, quasi moncromatico, ma con degli occhi espressivi che trasmettono serenità.
Ci siamo lasciati, dopo mezzanotte, con la promessa di intraprendere un percorso insieme. E magari con un progetto di scambi culturali tra la Sicilia e l'Argentina.
Arte Pubblica: Pittura Murale sul Palazzo Comunale di Riomaggiore
Il sito ufficiale di Silvio Benedetto
Associazione Culturale La Via del Mare
Un po' di biografia
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Silvio Benedetto
giovedì 12 settembre 2013
Van Gogh: rinvenuto "Tramonto a Montmajour"
Van Gogh: rinvenuto il pezzo cardine del suo lavoro ‘Tramonto a Montmajour’, visibile dal 24 settembre ad Amsterdam
Il Museo di Vincent Van Gogh dispone di un dipinto del pittore fino ad oggi sconosciuto: Tramonto a Montmajour. Secondo Axel Rüger , il direttore del Museo Van Gogh, , una scoperta di questo calibro non è mai accaduta nella storia del museo: " Non avrei mai pensato che un nuovo quadro di Van Gogh potesse essere aggiunto alla collezione"
Il Museo di Vincent Van Gogh, autore di ben 864 tele e di più di mille disegni, dispone di un dipinto del pittore fino ad oggi sconosciuto: "Tramonto a Montmajour". A quanto sembra, Van Gogh dipinse l'opera nel 1888 ad Arles, nel sud della Francia, nello stesso periodo in cui realizzò altre opere di fama mondiale come "Girasoli", "La Casa Gialla" e "La camera da letto".
Secondo Axel Rüger , il direttore del Museo Van Gogh, , una scoperta di questo calibro non è mai accaduta nella storia del museo.
" Non avrei mai pensato che un nuovo quadro di Van Gogh potesse essere aggiunto alla collezione. Ma la cosa più speciale è che si tratta di un pezzo fondamentale della sua carriera di pittore, un grande quadro di quelli che molti considerano come il culmine della prestazioni dell'arte nel periodo che trascorse ad Arles nel sud della Francia. (...) L'attribuzione del quadro a Van Gogh si basa su un'ampia ricerca su stile, tecnica, vernici, stoffa, la rappresentazione, le lettere e l'origine di Van Gogh ".
Louis van Tilborgh e Teio Meedendorp, due ricercatori presso il Museo Van Gogh, spiegano perché questo è un pezzo fondamentale nella sua opera. "Egli ha voluto presentarsi con quest'opera come un "poeta tra i pittori di paesaggio'". Affermano i i due studiosi: "Il risultato tra la tensione e il sogno rende questo pezzo proprio interessante. Vediamo Van Gogh lavorare fino qui, lottando con la fretta, e questo è parte del fascino del lavoro."
L'ubicazione del soggetto dipinto è stato identificato come il paesaggio non lontano da Arles vicino alla collina Montmajour, con la rovina dell'abbazia che porta lo stesso nome e ci sono in più due lettere dell'artista che fanno riferimento al quadro. Per tutti coloro che volessero ammirare la splendida opera di Van Gogh, "Tramonto a Montmajour" verrà mostrata nel Van Gogh Museum di Amsterdam a partire dal 24 settembre.
Michela Manicucci
mercoledì 11 settembre 2013
Un quadro di Pietro Cordici in dono al presidente Crocetta
Il sito santagatese curato dal prof. Ciro Scaglione
In una cerimonia solenne, la città di Sant'Agata rappresentata dal Sindaco Sottile ha consegnato al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, un riconoscimento: "Il Premio Protagonisti d'Oggi".
Il premio è un quadro del maestro Pietro Cordici.
In una cerimonia solenne, la città di Sant'Agata rappresentata dal Sindaco Sottile ha consegnato al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, un riconoscimento: "Il Premio Protagonisti d'Oggi".
Il premio è un quadro del maestro Pietro Cordici.
Alchimia della Bellezza: "Chi è l'artista, oggi?"
Che cos’è l’Arte (con la A maiuscola)?
E’ la domanda che si sono
posti artisti, storici e critici dell’arte. E prima di loro i filosofi.
Sono andato a leggere
l’Enciclopedia:
L’arte, nel suo
significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o
collettivamente – che, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e
norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza, porta a forme
creative di espressione estetica. Nella sua accezione odierna, l’arte è strettamente
connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni
artistiche, pur puntando a trasmettere “messaggi”, non costituiscono un vero e
proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra
tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente.
Indubbiamente , pero’, esiste un linguaggio oggettivo che prescinde dalle
epoche e dagli stili e che dovrebbe essere codificato per poter essere compreso
da tutti .
Fine della citazione.
Parole generiche e una
definizione asettica, un giro di parole, che non soddisfano la curiosità di
comprendere, che nasce in ciascuno di noi di fronte ad un’opera e non tengono
conto, inoltre, del dibattito storico sul tema.
Senza scomodare i
filosofi greci che ci hanno lasciato riflessioni interessanti sull’Estetica,
sull’arte come Mimesi, imitazione della natura, e sul ruolo dell’arte nel
trasformare l’animo degli esseri umani (il bello suscita la bontà), possiamo affermare
che il primo intellettuale moderno a porre la questione dell’arte, in senso
generale e non soltanto di quella visiva, è stato Tolstoi: ”Che cos'è
l'arte?”, scritto e pubblicato nel 1897.
Nella sua opera, Tolstoj
polemizza con le forme artistiche più elaborate e complesse, affermando che «l'arte
buona è sempre comprensibile a tutti». La vera arte, secondo Tolstoj,
suscita un positivo «contagio», ovvero «quel sentimento, completamente
differente dagli altri, di gioia nell'unione spirituale con un altro (l'autore)
e con altri ancora (gli ascoltatori o spettatori) che contemplano la stessa
opera». L'arte «deve sopprimere la violenza» e «fare
in modo che i sentimenti di fraternità e amore per il prossimo, oggi
accessibili solamente agli uomini migliori della società, diventino sentimenti
abituali, istintivi in tutti».
Chiedersi cos'è l'arte è una
domanda alla quale, di volta in volta, di epoca in epoca, sono state date
risposte che riflettevano le condizioni sociali, politiche ed economiche del
momento. Le scoperte scientifiche e tecniche hanno introdotto altre difficoltà
per chi ha tentato di delimitare il problema.
Per poter abbozzare una
risposta, si dovrebbe fare una ricognizione sull’Estetica moderna, dall’inizio
dell’Ottocento quando Baumgarten ne coniò il termine in poi. Una ricognizione
che esula dal nostro compito di oggi, per l’opportunità della leggerezza e le necessità
di tempo. Se l’estetica filosofica ha
ricondotto l’esperienza dell’arte al mero apprezzamento del bello, l’estetica moderna,
invece, ha canalizzato tutta la ricchezza del sentimento nella dimensione del giudizio di gusto.
L’arte è come il
linguaggio; è una caratteristica dell’essere umano. Gli altri viventi non
esprimono capacità e attitudini simili. Nello stesso tempo, come il linguaggio
per il pensiero, l’arte è uno strumento
di comunicazione. In questo caso la comunicazione di sentimenti. Se assumiamo
come vera questa asserzione, possiamo dedurre che, oltre alla mera apparenza
estetica e al di là dei condizionamenti del mercato, l’arte è la trasmissione
di sentimenti, dall’artista nella sua opera e dall’opera agli spettatori.
Non tutti gli esseri
umani hanno la capacità, se vogliamo il dono, di poter utilizzare questo
linguaggio, cioè essere artisti. Ma a nessuno è precluso provarci. Come
esattamente per la facoltà di parola, non tutti gli alfabetizzati sono
scrittori o poeti, ma nessuno ha il diritto di impedire ad alcuno di parlare e
scrivere.
L’arte in effetti non è
un prodotto del singolo, ma una realizzazione collettiva. Come ogni
comunicazione, c’è bisogno di un emittente e un ricevente e, quindi, il singolo
in sé è incapace di produrre arte, se non ci fossero gli altri a riceverla.
Come ogni opera, il quadro, la scultura, la foto o ogni altra forma moderna
dell’arte, una volta realizzata non è più proprietà dell’autore, ma dello
spettatore, di chi la guarda e ammira. Quando un’opera è riconosciuta da
un’ampia platea di osservatori, sopravvive al suo autore. E’ eterna e rende
eterno il suo plasmatore, non necessariamente come persona singola. Le pitture rupestri di Lascaux in Francia, di
Altamira in Spagna oppure di Akakus nel Sahara libico sono una testimonianza
della dimensione culturale dell’essere umano anche nella preistoria e prima
ancora dell’invenzione della scrittura. In quei disegni stilizzati di bisonti e
giraffe, l’uomo e la donna primitivi ci hanno comunicato, 10 mila anni dopo,
una testimonianza della loro vita quotidiana, che altrimenti non sarebbe stata
esplorata e compresa. L’artista dotato di una vena creativa assume così un
ruolo sociale ed una responsabilità storica.
Questa conclusione la
possiamo affermare per tutte le successive civiltà, da quella egizia, a quella
greca e romana, per rimanere nel bacino del Mediterraneo; ma anche di quella
indiana e cinese e delle due Americhe: il livello dello sviluppo culturale di
quelle società è espresso dalle loro arti, intese in senso generale di
manufatti, strumenti di lavoro, arredo per la casa, vestiario, architettura,
ecc…
Per ogni civiltà e in
ogni epoca, ci sono stati uomini che hanno eccelso, ma la loro eternità è la
somma di tanti altri contributi collettivi. Il prodotto artistico scaturisce da
un atto creativo dell'artista, colui che da antico artigiano a genio per
antonomasia ha attraversato, nella storia, tutti i ceti sociali. Quando al
frutto di questo atto creativo vengono attribuiti anche giudizi di valore esso
diventa arte. La nascita dell'arte, infatti, determina la nascita culturale
dell'uomo, a sua volta costruito dalla sua stessa cultura entro un processo
dinamico che conduce sino ai nostri tempi moderni, percorrendo un’ esperienza
di vita antica, ma sempre nuova e rinnovabile ove l'arte si pone come una
caratteristica intrinseca universale dell’essere umano. Le arti visive, la
musica, il canto non conoscono infatti confini. Di fronte all’Urlo
di Munch e a Guernica di Picasso, ogni essere umano, di ogni
latitudine e di ogni generazione, è scosso dalle vibrazioni emozionali di
rabbia e di angoscia, che quei lavori gli trasmettono, anche senza saperne il
percorso e il contesto storico e al di là dei canoni estetici del momento
vissuto dall’osservatore . Pablo Picasso sosteneva che “l’arte è la menzogna
che ci consente di comprendere la verità”: non è l’oggetto artistico ad
esprimere un valore concettuale, eppure attraverso d’esso l’idea si mostra e si
concretizza.
C’è stato anche chi
demoralizzato dal profilarsi di una società sempre più inumana, animata
dall’etica del profitto, ha considerato l’arte come l’unico mezzo per sfuggire
al dolore insito nella realtà (Shopenhauer), o chi ha inteso l’arte più che altro come un’
“intuizione lirica”, parte da un sentimento e si concretizza successivamente in
un’immagine (Benedetto Croce).
Ma c’è anche un’altra
deriva dell’arte durante il periodo dell’industrializzazione e della formazione
della classe capitalista, quella della cosiddetta “smitizzazione” del prodotto
artistico, scorgendo nell’arte una
possibile e vincente espressione della tecnica. Ed è proprio quest’ultimo modo
di intendere l’arte che verrà ripreso ed ampliato durante il Novecento con il
profilarsi delle “Avanguardie Storiche” e quindi movimenti artistici come il
Cubismo, il Futurismo, l’Astrattismo, il Dadaismo etc.
L’arte nello sviluppo
capitalistico della società si è talmente dissociata dalla vita che per
riconoscerla e
apprezzarla sono
necessari codici e istruzioni non solo specifici, ma anche particolarmente
stravaganti e inverosimili. Il mercato distorce e corrompe l’anima. Sotto gli
occhi di tutti appare oggi l’arbitrarietà delle regole vigenti nel “mondo dell’arte”,
che si sono arenate sulla supremazia del profitto e condizionate dall’inganno
del critico a pagamento e della pubblicità.
L’arte nella mia
concezione è un prodotto collettivo e l’artista esiste perché è riconosciuto
tale dalla sua società. Qua e ora! Non dopo la morte. Ecco perché
l’individualismo dell’artista èuna condizione necessaria per l’affermazione
dell’Ego creativa, ma che non sarebbe sufficiente alla sua elevazione, se non
ci fosse il confronto e la collaborazione con gli altri, artisti o comuni
esseri umani, in un processo culturale durante il quale diverse figure
contribuiscono alla crescita di tutti.
Un esempio di artista è
colui che stiamo festeggiando oggi i suoi 80 anni. Salvatore Morello è un
artista vero, proprio nel senso tolstoiano, un “artista popolare”, che per
lunghi anni non ha scoperto la vena artistica che serbava in seno. Soltanto
all’età di 48 anni, e per circostanze fortuite, ha preso in mano il pennello e
spalmato i colori sulla tela. Ma vi assicuro che le opere che aveva realizzato quando
era – come dice lui – contadino allevatore, sono autentiche opere artistiche.
Intagliava oggetti di legno, di uso comune, per la cucina e per il lavoro,
abbellendole con bassorilievi, che testimoniano sue capacità inestimabili. Ho
visto recentemente a San Fratello, un dono che ha fatto a sua sorella per il
suo matrimonio, una tavola di legno incisa, con scene di corteggiamento
raffiguranti un cavaliere e una donna e altre figure, in una specie di fumetto
tridimensionale ante letteram. Un’opera, per fortuna, gelosamente e
consapevolmente costudita dalla proprietaria, sia per il suo valore affettivo
sia per quello artistico.
L’arte di Salvatore
Morello è annoverata tra quelle figurative, incline all’ingenuo, altrimenti
detto con termine colto, francesizzante: naif. Non rispetta la prospettiva e le
dimensioni degli oggetti, ma coglie la natura delle cose e la arricchisce con
una fantasia esplosiva, come in quei suoi tramonti e aurore meravigliose che
sprigionano, allo stesso tempo, luce e tenebre.
Salvatore Morello è un
artista legato fortemente alla sua fede religiosa e questo suo sentimento lo
tramanda sulla tela con opere dirette, come l’immagine di Gesù crocifisso e
sofferente, sia con la lode dell’incanto della natura, con una spasmodica
attenzione al particolare, che rasenta la miniatura.
Un terzo filone della
produzione morelliana è la tradizione perduta dei mestieri e ambienti della
società contadina e pastorizia.
Una dimensione umana di
Salvatore è il suo lato socievole e solidale. E’ un uomo che non si risparmia
per servire gli altri. Ha sempre messo la sua arte al servizio dell’impegno. Ha
donato suoi quadri per la raccolta di fondi a favore dei bambini africani e palestinesi
e un suo quadro ci ha permesso di coprire una parte delle spese per realizzare
il murales Dino Sauro, nella salita della stazione ferroviaria.
Questo omaggio che gli
facciamo è il minimo riconoscimento che una società possa assegnare ad uno dei
suoi figli migliori, con l’augurio di altri ottant’anni.
Farid Adly
Acquedolci (Me), 7
Settembre 2013
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